Politica
Forza Italia, Berlusconi addio. Ecco chi sta per andarsene. I nomi

Di Alberto Maggi (@AlbertoMaggi74)
Forza Italia è più che mai in subbuglio dopo la manifestazione di Bologna di domenica scorsa e in molti si interrogano sul significato della partecipazione di Silvio Berlusconi, in parte fischiato dalla piazza leghista (specie dai giovani padani) e in generale trattato con "poco riguardo" da Matteo Salvini. All'interno del partito dell'ex Cavaliere sono diverse le voci critiche nei confronti della nuova alleanza con il leader del Carroccio. Ufficialmente i big del calibro di Maria Stella Gelmini e Giovanni Toti (quest'ultimo ha la Lega in giunta e quindi non può certo alzare la voce) affermano che non ci sono problemi e che Forza Italia va avanti tranquillamente senza aver ceduto alcuno scettro al giovane eurodeputato leghista. Dietro le quinte, però, sono in molti a non gradire questa sorta di sudditanza nei confronti di Salvini, un po' come se i ruoli si fossero invertiti rispetto all'epoca di Umberto Bossi segretario federale. Altero Matteoli, contrario alla partecipazione di Berlusconi alla piazza di Bologna, ha smentito una sua uscita da Fi ma qualcuno scommette che in realtà ci stia davvero pensando. Non solo. La parlamentare europea Lara Comi, sempre attenta a criticare il suo collega a Strasburgo Salvini, avrebbe secondo alcune indiscrezioni le valigie pronte: destinazione Denis Verdini. L'eurodeputata di Saranno (Varese) potrebbe così essere la prima esponente del gruppo Ala al Parlamento Ue. Ci sono poi molti dirigenti locali, consiglieri regionali, comunali ma anche deputati e senatori che starebbero meditando un'uscita dal partito di Berlusconi, ormai non più motore del Centrodestra, per approdare o tra i verdiniani (e quindi nell'ipotetico Partito della Nazione con Matteo Renzi), o nei Conservatori Riformisti di Raffaele Fitto (per avere una maggiore autonomia pur restando nel Centrodestra) oppure direttamente nella Lega, magari attraverso la costola sudista NoiConSalvini, o in Fratelli d'Italia di Giorgia Meloni. Fatta sta che se Berlusconi non interviene rapidamente il partito questa volta rischia davvero di scappargli di mano definitivamente.