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Politica
Guerra in Ucraina: Giorgio Bianchi, querelato da Di Maio, dà la sveglia
Luigi Di Maio

Per Donetzk e dintorni, Putin e le sue truppe rappresentano l'arrivo dei nostri


Giorgio Bianchi dà la sveglia

Nella crescente abbondanza di notizie che spingerà a parlare di pericoloso inquinamento cognitivo, non combattibile, come dimostra d'essere tuttora  quello da rumore, ne riporto due: 

la sorpresa, addirittura l'indignazione, per la chiusura decisa dai russi dei rubinetti del gas a noi diretto e 

la querela che il vulcanico Giorgio Bianchi, avrebbe ricevuto da Giggino, il sempre più celebre ministro casino.

Sull'indignazione (s'è parlato di "ricatto" da parte di Putin) siamo troppo nel ridicolo e non è il caso di riparlare di stupidità di gregge. Si può casomai sottolineare di nuovo che il famoso infelice quesito "Volete la pace o i condizionatori accesi?", essendo noi ora in guerra e senza gas russo, sia stato rinforzato nella sua stupidità.

Considerazioni serie, invece, su Giorgio Bianchi che, messo al corrente della querela che avrebbe ricevuto dal nostro incredibile ministro degli Esteri, ha reagito vivacissimamente, ma quasi con soddisfazione, potendo dargli a valanga dell'imbecille, forse speranzoso e ansioso di potersi sfogare davanti a giudici e telecamere nella dimostrazione cartesiana dell'imbecillità di un ragazzotto palesemente inadeguato e incapace a non ridicolizzarci aprendo bocca e andando in giro per il mondo.

Il fiume in piena e straripante, l'uomo vulcano in eruzione, Giorgio Bianchi, è un brillante fotoreporter, per giunta con grande senso artistico. 

Il suo nome è abbondantemente citato su Affaritaliani, ma non ho trovato un articolo che parlasse per esteso del personaggio e della sua storia. Ha scritto un libro che, almeno in Italia, gl'indecisi o i sostenitori della linea Zelensky dovrebbero leggere: 

"Governare con il terrore. Propaganda e potere nell'epoca dell'informazione globalizzata".                                                                             A chi ha fretta di conoscere meglio il personaggio, consiglio la visualizzazione di 

Giorgio Bianchi: «Per i servizi ucraini sono un nemico ma qui ...

("Per i servizi ucraini sono un nemico, qui a Donetsk mi sento al sicuro").

            Per il milione di ucraini di Donetsk, che si sentono russi e che non sono                                riconosciuti come minoranza dalla Costituzione difesa da Zelensky, non valeva e                non vale il gioioso finale dell'ARRIVANO I NOSTRI, ripetuto nei film americani fino              a renderlo noioso?

             Ebbene, per Donetzk e dintorni, Putin e le sue truppe, rappresentano, l'arrivo                     dei nostri. Ma il condizionamento politico ambientale in Italia costringe                               giornalisti liberi come Sallusti e addirittura Belpietro, per non essere                                     ghettizzati, a premettere, in ogni occasione, di condannare l'invasione della                         Russia. Perché non condannare, anche, la sopraffazione dell'Ucraina sulla                           minoranza russa che a Donetzk, è maggioranza?

Giorgio Bianchi è assolutamente attendibile perché non parla per sentito dire o per simpatie politiche: dal 2014 si reca in Ucraina e dallo scoppio della guerra, dichiara d'essere un embedded, cioè un individuo integrato nel sistema militare ucraino, potendo così godere di una certa protezione che gli ha permesso di muoversi con maggiore libertà e, quindi, di conoscere direttamente la situazione drammaticissima militare e civile degli ucraini. 

Essendo stato anche un inviato in Russia, criticandone il sistema politico, non può essere definito un filorusso,  putiniano, a prescindere, dopo lo scoppio della guerra.

Risulta attendibile, soprattutto, perché la sua visione ha evidenti riscontri con i fatti che stanno emergendo sempre più numerosi e sempre più chiari 

Giorgio Bianchi dà la sveglia forte e decisa, perché vede bene anche i pericoli futuri, in un mondo di troppi ciechi o finti tali. 

Emana fuoco perché, avendo toccato con mano la situazione ucraina, non può rassegnarsi a star zitto, nel vedere Zelensky, riverito e foraggiato anche dal nostro governo. Un governo con un Capo che non batte ciglio, se il suo diplomaticissimo ministro degli esteri definisce Putin una bestia sub-umana (peggiore d'un animale feroce). Un ministro con una faccia di bronzo quasi come la Faccia di bronzo per antonomasia, suo Capo, e che poi, come un pretonzolo ignorante di campagna, ha il coraggio di fare la predica sulla necessaria moderazione del linguaggio da usare! Nel sentire questa incredibile predica dal nostro, pure vestito di nero, e non volendo usare termini volgari, come non dar ragione a Bianchi?

Siamo o no, all'involontaria parodia del peggior Alberto Sordi? A una sua imitazione da avanspettacolo? 

E col suo Capo che si permette di fare promesse al pazzo del 2000, senza aver consultato Governo o Parlamento, siamo o no, caro Mattarella, alla repubblica delle banane che le piace tanto presiedere?

Messi un po' di Giorgio Bianchi nei posti giusti (TG1, Corriere della sera, al posto dell'impresentabile Giggino o di Conte, Draghi o della Meloni, considerato che Mattarella ha pescato Conte e Draghi fuori dai politici, si darebbe la sveglia ai milioni di italiani che non conoscono la storia dell'Ucraina, nemmeno quella dalla fine della seconda guerra mondiale e non sanno che i moderni innamorati della propria terra, delle proprie tradizioni e della propria lingua, si comportano, non come Zelensky, ma come gli istriani italiani e gli istriani slavi, che hanno generato un sindaco come Toni Concina. 

(Zelensky, Biden, Putin imparino dal sindaco di Zara e dai dalmati

Terre rare. La Cina e la geopolitica dei minerali strategici)

Come poteva non gioire alla comparsa del fuoco rivitalizzante dell'eroico Giorgio (che dà la sveglia e suona la carica) chi è arrivato a scrivere                                                              S'i' fossi foco... ? 

(Il peggiore fuoco, quello termonucleare, riservato a Mattarella ...)

Mi auguro che almeno Affaritaliani e Fuori dal coro, diano a Giorgio Bianchi, almeno in questi ultimi giorni prima delle elezioni, lo spazio e la visibilità che meriterebbe.

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