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Governo e Covid, Conte al bivio: o svolta nella maggioranza o voto in autunno

Governo e Covid, Conte al bivio: o svolta nella maggioranza o voto in autunno

Se lo spiraglio di luce che si intravede in fondo al tunnel dell’emergenza sanitaria non è un treno in arrivo che porta la seconda ondata del Covid ciò non deve fare abbassare la guardia perché il ritorno alla quasi normalità non diventi un campo minato. L’epidemia mondiale non l’aveva prevista nessuno e nessuno sa oggi, nell’altalena del numero dei contagi e dei morti, come e quando il coronavirus sarà debellato perché nessuno sa ancora davvero cos’è. E’ certo, però, che i contraccolpi nell’economia mondiale imporranno a un Paese già in crisi come l’Italia una ricostruzione che tenga conto di questa durissima lezione di cui ancora non sono del tutto chiari la vastità e la profondità dei danni e qual è la nuova via da seguire. Non è questo il tempo per diatribe ideologiche fra chi vede la fine del capitalismo finanziario e l’addio alla globalizzazione e chi volge il naso all’insù sentendo un’aria di socialismo che è bene che resti nelle illusioni di quanti si ostinano a crogiolarsi nell’oraX e credono che la caduta del Muro di Berlino sia una fiction tv. Ancor meno questo è il tempo per un esecutivo pulcinella, con un premier spinto in un vicolo cieco per i lacci e laccioli di partiti deboli e rissosi e per una maggioranza sfibrata dalle divisioni.

La fiducia in Conte in rialzo al 65% (sondaggi Ipsos) non è una cambiale in bianco firmata dagli italiani per continuare così: è, caso mai, il riconoscimento a quanto fatto e fa il premier per tenere a galla la barca Italia nella tempesta della pandemia, la volontà di credere comunque in qualcuno che regga il timone, rifuggendo dalla logica del tanto peggio tanto meglio. Al contempo, il centrodestra è in crescita mentre calano PD e 5 Stelle. Per Index Research (Piazzapulita) lo schieramento del centrodestra è al 46,4% rispetto al 36,5% dell’asse dei giallorossi Pd-M5s anche se gli indecisi e chi dichiara che alle prossime politiche non voterà sono il 41,1%. Nel Paese c’è insoddisfazione e cresce, specie fra i lavoratori, i ceti medi e i piccoli e medi imprenditori, il timore di venire travolti dallo tsunami del Coronavirus, con l’economia ko. Servono  scelte politiche chiare da parte del governo che invece annaspa e torna a dividersi anche dopo il via libera al Mes “ultralight” che non convince neppure Conte, costretto ad alzare la voce  contro Merkel&C: “Basta scherzare o salta l’Europa”. Qui siamo. Con il rischio del “liberi tutti” e che ognuno cerchi la propria scappatoia, personale e istituzionale come dimostrano anche le Regioni che sotto la spinta di interessi economici ed elettoralistici locali procedono a zig-zag, in un estenuante braccio di ferro con il governo. Gli italiani, al di là di dove risiedono o lavorano, non sanno cosa fare oggi, cosa gli aspetta il domani. Serve un direttore d’orchestra autorevole che metta in riga l’orchestra per far suonare a tutti la stessa musica. Il premier pare oramai aver dato il meglio di sé limitandosi, adesso, a segnare il passo.

O Conte è in grado di imporre alla maggioranza un chiarimento politico-programmatico di svolta o altra via non c’è, passata l’estate, se non la resa. A quel punto a Mattarella, per evitare ulteriori sfilacciamenti e rischi per la stessa tenuta democratica, non resterebbe che prenderne atto chiamando  gli italiani al voto in autunno con l’esecutivo dimissionario a traghettarci alle urne. Fin qui Conte ha fatto  miracoli per tenere, pur se col cerotto, una maggioranza nata poco più di un anno e mezzo fa per timore del voto e per evitare un governo di centrodestra a trazione Salvini. Adesso tocca ai partiti, Pd e M5S in primis, uscire allo scoperto dimostrando che questa maggioranza regge perché capace di una sintesi politica e di un progetto di governo utili al Paese e non per questione di potere. In caso contrario serve il coraggio per presentarsi agli elettori. Solo così si può evitare il peggio.  

 

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