Politica
Governo, Gentiloni e Renzi sempre più distanti

Renzi contro il suo governo
Come vuole una nota regola “gesuitica” se un politico dice una cosa allora è quasi certamente vero l’opposto.
Poiché Gentiloni dice che il governo non è a tempo allora significa che lo è e questo torna con la logica.
Gli antefatti sono noti.
Il governo è una creatura necessaria a Renzi per prendere tempo e ripartire da un iter interno al suo partito con una nuova legittimazione da segretario.
Lasciati perdere i propositi di ritiro dalla politica -avventatamente proclamati pubblicamente sotto adrenalina- l’ex premier dopo il disastroso esito del referendum del 5 dicembre ha dovuto fare necessariamente un passo indietro per non perdere la faccia ma da quel momento il governo Gentiloni e Renzi sono stati volenti o nolenti dalla parte opposta della barricata.
Con il governo intento naturalmente a resistere il più possibile anche per far prendere la pensione ai parlamentari di tutti gli schieramenti e Renzi insieme a Salvini, Meloni e Grillo a forzare i tempi per le elezioni.
Al di là dei proclami retorici di facciata è chiaro a tutti che gli interessi del governo e quelli di Renzi sono ortogonali e il bene dell’uno significa il male dell’altro, con gli scissionisti impegnati a puntellare con tutte le forze la compagine governativa.
Insomma quella di ieri del premier in carica a Domenica In è parsa proprio la classica excusatio non petita che sta a segnalare l’evidente difficoltà a non potere rispettare i patti, ma del resto era ovvio dal primo momento che gli obiettivi erano opposti.
In tutto questo emergono furbizie e scaltrezze varie ed assortite da parte dei candidata a segretario.
Orlando aveva detto che se la sua candidatura poteva servire ad evitare la scissione lui era disponibile.
La scissione c’è stata ma la candidatura è restata come del resto il discorso vale per Emiliano che si è liberato in un solo boccone del duo Rossi - Speranza con una abile finta che li ha mandati dall’altra parte della porta.