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Politica
Governo, la vocazione della sinistra alla sospensione democratica

Domani ripartono le consultazioni, con un’unica certezza: la sinistra ha perso le elezioni. Questo dato di fatto continua ad essere vero per il Pd, sebbene, dopo le buone intenzioni iniziali di restare all’opposizione, si stenti adesso a capire quanto rilevante continuerà a valere in futuro tale encomiabile e coerente proposito. Qualcuno, come il ministro Dario Franceschini, non sembra intenzionato, infatti, a trattenersi in un esilio forzato. Altri mormorano. Gli unici forse a stare fermi nell’intento sono i Renziani, che poi tanto di sinistra non sono mai stati, ma chissà per quanto tempo ancora.

A ben vedere, la sortita televisiva di ieri di Eugenio Scalfari, secondo il quale il M5S dovrebbe dare un appoggio al Governo Gentiloni, infischiandosene del mandato elettorale ricevuto, tradisce una mentalità molto diffusa tra i progressisti italiani. Si tratta di una cultura assolutamente ostile al principio della democrazia diretta, e sicuramente poco favorevole a rendere la politica aderente alla temuta comunità nazionale.

Il fondatore di Repubblica, infatti, non è soltanto una voce autorevole e sempre molto ascoltata a sinistra, ma è stato per decenni il propugnatore, attraverso le pagine del suo giornale e dei suoi libri, di un’idea illuminata, aristocratica, gestionale della democrazia rappresentativa, perfettamente incline ad applicare sopra la testa sovrana degli italiani il proprio metodo marxista.È interessante chiedersi, però, da che cosa nasca questa vocazione generale della sinistra alla sospensione democratica.

Una risposta ci viene data da Augusto del Noce e da Gianni Baget Bozzo, intellettuali, in diverso modo, sicuramente dissidenti.Il filosofo cattolico di Pistoia, scomparso nel 1989, spiegava con grande chiarezza, già negli anni’ 70, che la finalità ideologica fondamentale della sinistra, dalla Rivoluzione Francese in poi, è stata regolarmente voler sostituire la realtà soggettiva del popolo con un’altra realtà, immaginaria e migliore, coincidente con il socialismo. Il fallimento di tale spinta in avanti della storia ha portato ben presto ad accentuare il carattere totalitario e partitico della lotta di classe, un appello universale che avrebbe dovuto muovere il popolo fuori dalla tradizione della propria patria verso un regno di piena democrazia, coincidente prima con Mosca, poi con il legalismo istituzionale e giustizialista, e oggi con il mito europeo e il globalismo.

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