Politica
Governo M5S salva Salvini. Quasi certo il no. Svolta sul caso della Diciotti
Diciotti, processo a Salvini, svolta 5 Stelle. Quasi certo il no all'autorizzazione a procedere
Diciotti: Salvini, rifarei tutto, non mollo - "Se avete qualche minuto, ecco la mia lettera pubblicata stamane sul 'Corriere'. Sono convinto di aver agito sempre nell'interesse superiore del Paese e nel pieno rispetto del mio mandato di ministro. Rifarei tutto. E non mollo". Lo scrive su twitter Matteo Salvini. |
Caso Diciotti. Salvo colpi di scena dell'ultima ora, sempre possibili, secondo quanto Affaritaliani.it ha appreso da fonti qualificate della Lega e del Movimento 5 Stelle, i pentastellati si sarebbero orientati a votare contro l'autorizzazione a procedere nei confronti del ministro dell'Interno, nonostante le dichiarazioni di Alessandro Di Battista uscite in serata (clicca qui) che, fonti M5S, definiscono "a titolo personale".
Verso l'ora di pranzo era circolata fortemente l'ipotesi dell'astensione, almeno in Giunta, da parte dei 5 Stelle, come ha scritto Affaritaliani.it (clicca qui per leggere), ma successivamente Matteo Salvini e i vertici del Carroccio avrebbero giudicato insufficiente l'atteggiamente degli alleati di governo. Da qui la decisione, non ancora ufficializzata, del Movimento 5 Stelle di votare contro il processo per il responsabile del Viminale. Le dichiarazioni di Luigi Di Maio e degli altri ministri grillini, da Giulia Grillo a Danilo Toninelli, che continuano ad affermare che la scelta sulla Diciotti fu dell'intero governo e non solo del ministro Salvini servono proprio per preparare (anche la base) il voto in Giunta e poi in Aula contro l'autorizzazione a procedere.
La svolta è arrivata poco dopo le 16.30 quando fonti del M5S hanno spiegato che il vicepremier Luigi Di Maio, questa sera, dopo il voto dell'Aula, vedrà i senatori 5 Stelle appartenenti alla Giunta delle elezioni e delle immunità del Senato, anche alla luce del cambio di posizione assunto dal ministro Salvini.
Il ministro del Lavoro e dello Sviluppo Sociale è stato il primo a dichiarare che la scelta sulla nave Diciotti non è stata presa solo dal ministro dell'Interno ma dall'intero governo. E infatti rileggendo le agenzie e i lanci stampa di quel periodo è evidente come sia il vicepremier 5 Stelle sia altri ministri come Bonafede, Toninelli e Giulia Grillo, oltre al premier Conte, sostenessero senza se e senza ma la decisione formalmente presa dal Viminale, ma politicamente adottata dell'intero esecutivo.
Ora Di Maio e Conte starebbero preparando una sorta di memoria per ribadire e sottolineare con forza come quanto accaduto sulla nave Diciotti, e quindi la contestazione dei pm a Salvini, sia stata una decisione collegiale di tutto il governo. Tanto che qualcuno aveva anche ipotizzato di trasformare il processo al ministro dell'Interno in un processo all'intero esecutivo, anche se tecnicamente non è facile essendo la competenza del responsabile del Viminale.
Intanto nella Lega cresce il nervosismo, almeno in attesa dell'ufficializzazione da parte del M5S del no all'autorizzazione a procedere per Salvini. La nota condivisa dei capigruppo in Parlamento, Molinari e Romeo ("Processando Salvini si processa il governo"), è stato un punto fondamentale e condiviso con Salvini e Giorgetti. Così come le dichiarazioni ad Affaritaliani.it del salviniano Alessandro Morelli (clicca qui per leggere l'articolo) che ha parlato senza mezzi termini di "grossi problemi" per il governo nel caso in cui il M5S votasse sì all'autorizzazione. Tra i parlamentari del Carroccio si parla apertamente di "momento decisivo" per l'alleanza e l'esecutivo. "Visto che siamo al governo insieme e si tratta di una scelta politica dell'intero governo, come hanno detto bene anche Di Maio e i ministri M5S, sarebbe normale che votassero contro l'autorizzazione a procedere", spiega un parlamentare leghista di lungo corso.
"Si tratta di un caso molto diverso rispetto a quelli del passato, sui quali abbiamo sempre votato a favore dell'autorizzazione. E' stata una decisione politica e dell'intero governo", spiegano fonti grilline. E' il segno che in casa M5S qualcosa sta davvero cambiando. E' ovvio che per Di Maio era più semplice quando il ministro dell'Interno affermava 'mi processino', ora, dopo la lettera con la quale chiede di negare l'autorizzazione, la situazione è cambiata radicalmente e presuppone un dibattito interno. Dibattito sul quale pesa anche l'anima movimentista dei 5 Stelle, rappresentata soprattutto da Alessandro Di Battista, che quasi ogni giorno attacca il ministro dell'Interno e la Lega (come su Venezuela e Maduro). Ma la tenuta del governo, con il 'Decretone' che contiene il tanto sospirato reddito di cittadinanza che deve essere approvato dal Parlamento entro metà marzo, è troppo importante (soprattutto in vista delle elezioni europee). Ecco perché alla fine, quasi certamente, Salvini non andrà a processo.