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Politica
Governo, Renzi nell'angolo aprirà la crisi? Gli effetti dell'intesa Pd-M5S
L. elettorale, Leu: Pd e M5s non cambino carte in tavola - "È sorprendente, e soprattutto scorretto, che per la legge elettorale ci sia un tavolo di maggioranza orientato verso una soluzione, ma poi tutto venga stravolto da un incontro tra due soli leader, nel caso specifico Di Maio e Zingaretti. Questo metodo non è accettabile. Così come non è accettabile la proposta di uno sbarramento al 5%, che cambia le carte in tavola. La riforma della legge elettorale nasce con l'idea di evitare distorsioni maggioritarie dopo la riduzione del numero dei parlamentari. E innalzare la soglia di sbarramento non è affatto garanzia di rappresentanza". Lo dichiarano Francesco Laforgia e Luca Pastorino, parlamentari di èViva eletti con Liberi e Uguali. "Se il progetto - aggiungono Laforgia e Pastorino - è quello di fare una legge elettorale contro alcuni partiti, si parte col piede sbagliato. E peraltro la storia insegna che leggi elettorali nate con questo intento hanno solo prodotto disastri. Bisogna tornare al punto di partenza, a quanto indicato al tavolo di maggioranza, altrimenti il discorso non può andare avanti".

Qualcuno dice che si avvicinano le elezioni politiche anticipate. Forse. Possibile. Fatto sta che nel vertice a sorpresa tra Nicola Zingaretti e Luigi Di Maio del 4 gennaio il segretario del Partito Democratico e il capo politico del Movimento 5 Stelle hanno trovato un accordo per una legge elettorale proporzionale con sbarramento al 5%, come in Germania. Si tratta, se portata a termine, di una rivoluzione destinata a modificare gli equilibri politici.

Stando agli ultimi sondaggi nazionali, Liberi e Uguali e tutti i partiti a sinistra del Pd non saranno più rappresentati in Parlamento. In pericolo anche Italia Viva e perfino Forza Italia di Silvio Berlusconi rischia di restare clamorosamente fuori. Se Zingaretti e Di Maio andassero avanti su questa strada la conseguenza potrebbe essere quella di nuove fibrillazioni nella maggioranza e nel governo, anche perché sia i renziani sia LeU - per spirito di sopravvivenza - potrebbero puntare sulla crisi e sulle elezioni con il Rosatellum (l'attuale legge elettorale) prima che entri in vigore la riforma di Pd e 5 Stelle. Sempre che la Corte Costituzionale non dia il via libera al referendum voluto dalla Lega - quello proposto dalle Regioni a guida Centrodestra - che riporterebbe l'Italia verso il maggioritario.

Un altro risultato del proporzionale con soglia di sbarramento al 5% è la fine delle coalizioni. Come sostiene da tempo Gianfranco Rotondi - clicca qui leggere l'ultima intervista al leader della Democrazia Cristiana - ogni partito si presenterà da solo e senza alleanze con un'elevata competizione, ad esempio tra la Lega di Matteo Salvini e Fratelli d'Italia di Giorgia Meloni che si contendono lo stesso elettorato. Solo dopo le elezioni, in Parlamento, si formeranno le alleanze come accadeva nella Prima Repubblica.

Per questo motivo i partiti di centro potrebbero acquisire un ruolo determinante come ago della bilancio, ma soltanto se in grado di superare lo sbarramento del 5%. Una vera e propria rivoluzione che potrebbe avvicinare il ritorno alle urne. Renzi è finito così nell'angolo: l'ex premier continua a dire che il governo Conte bis durerà fino al 2023 ma con la legge elettorale Zingaretti-Di Maio Italia Viva rischia di scomparire... Che farà?

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