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Politica
Governo, Salvini 'licenzia' Lamorgese e incalza Draghi. Inside
Matteo Salvini Lapresse
"Un'ora di colloquio tra il presidente del Consiglio Mario Draghi e il leader della Lega Matteo Salvini: hanno parlato di attualità e dei prossimi provvedimenti economici. Tra le altre cose, Draghi e Salvini hanno confermato l'intenzione di non aumentare le tasse. Il leader della Lega ha sottolineato l'esigenza di ritrovare al più presto un clima di unità e concordia nel Paese, a partire dalle forze politiche". Lo comunica l'ufficio stampa di Salvini.

Durante il colloquio a Palazzo Chigi, Matteo Salvini non avrebbe in alcun modo chiesto a Mario Draghi di intervenire per chiedere un rinvio della manifestazione di sabato. Quella che Salvini chiama 'pacificazione' e' sostanzialmente un "invito a tenere i toni bassi", viene spiegato da fonti leghiste. Il segretario, viene ancora riferito, ha "chiesto a Draghi di intervenire per appellarsi alla responsabilita'" delle forze politiche e per "frenare le campagne di delegittimazione che nelle ultime settimane sono state particolarmente feroci contro il centrodestra, soprattutto contro Lega e Fratelli d'Italia".

"Se la macchina è fuori controllo non basta un genio come premier". E ancora: "Di alcuni ministri non ho né stima né fiducia". Matteo Salvini si presenta determinato e battagliero alla conferenza stampa del Centrodestra a Roma, in vista del ballottaggio di domenica e lunedì dove Enrico Michetti sfida Roberto Gualtieri. Il leader leghista chiede un incontro, l'ennesimo, con il presidente del Consiglio: "Qualcuno continua a guardare al passato. Non fa bene all'Italia, non fa bene al governo. Siccome di alcuni ministri non ho stima e fiducia ne parlerò con il manager con l'amministratore delegato. O pacifichiamo veramente questo Paese mettendo al centro il lavoro, e non l'ideologia, o non facciamo un buon servizio per il Paese. Chiederò a Draghi di guidare un percorso di pacificazione nazionale".

Con l'introduzione dell'obbligo di green pass c'è il rischio di mettere "in mezzo alla strada 17mila poliziotti", ha sostenuto, durante la conferenza del centrodestra a sostegno di Enrico Michetti. "Fascimo e comunismo sono stati sconfitti dalla storia", ha ricordato, suscitando l'applauso dei presenti. "Qualcuno alimenta questo scontro che rischia di fare danni inenarrabili". "Cinque milioni di lavoratori sono a rischio stipendio, i poveri sono sempre più poveri, ci sono i nodi bollette, tasse, Equitalia, riforma del catasto e Fornero", si lamenta in una nota diffusa dalla Lega. Secondo Salvini "serve una pacificazione nazionale, l'emergenza è il lavoro e non il fascismo".

Poi l'affondo di Salvini contro la ministra dell'Interno Luciana Lamorgese: "Tirare fuori gli scheletri dal passato non fa bene all'Italia e non fa bene al governo. Prevenire è meglio che curare, altrimenti puoi avere anche un genio a fare il presidente del Consiglio. Siccome di alcuni ministri non mi fido, ne parlerò col manager del governo: chiederò a Draghi di guidare una pacificazione nazionale".  "Chi governa l'ordine pubblico di questo Paese non è riuscito a governare 5 delinquenti" che hanno assaltato la sede della Cgil e "il 30 ottobre ospitiamo il G20, con quale credibilità'?". E infine: "Puoi avere anche un genio a fare il presidente del Consiglio ma se la macchina è fuori controllo ... ", ha aggiunto.

Sbaglia chi pensa che il leader leghista si stia preparando a una crisi di governo ("niente affatto", assicura), ma sta cercando di spostare l'attenzione mediatica e politica da Forza Nuova e dal cosiddetto pericolo neo-fascista, evocato in particolare dal Pd, alla gravissima situazione alla quale potrebbe andare incontro il Paese nei prossimi giorni e nelle prossime settimane. L'obbligatorietà del Green Pass sul luogo di lavoro, spiegano fonti leghiste, può essere "devastante" e quindi serve che Draghi scenda in campo in prima persona per pacificare il Paese. E' evidente come il ministro nel mirino di Salvini sia Lamorgese e la gestione dell'ordine pubblico rischia di diventare bollente nei prossimi giorni, specialmente dopo il 15 ottobre. Politicamente la mossa di Salvini è astuta e importante: spostare l'asse e l'attenzione da Forza Nuova e il Fascismo, ai pericoli per l'Italia e i lavoratori con un'implicita richiesta al premier di valutare se sia opportuno o meno un cambiamento alla guida del Viminale.

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