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Politica
Click day: così lo Stato abolisce i diritti dei cittadini

Il dito più veloce usufruisce dei contributi: il click day non è per tutti

La vicenda dei cosiddetti “click day” ha dell’inverosimile eppure è reale. Da qualche anno si è diffusa infatti la pratica di erogare dei contributi non a tutti quelli che ne hanno diritto ma solo a chi riesce a bruciare gli altri sul filo appunto del click del mouse del computer. Eppure in questa epoca di scardinamento del sentire comune e rovesciamento verticale dei valori la modalità è stata sostanzialmente e incredibilmente accettata.

Prendiamo l’ultimo caso che riguarda un contributo miserrimo contro il caro energia, una sorta di mancia, di 200 € per gli autonomi che l’anno prima abbiano dichiarato un reddito inferiore ai 30.000 €. Da notare che i lavoratori dipendenti invece lo hanno già avuto in busta paga automaticamente. L’Adepp, l’associazione degli enti previdenziali privati, aveva parlato in un primo momento di un nuovo famigerato click day fissato per il 15 settembre. Poi la notizia dello spostamento a partire dal 20 settembre. Tuttavia, ha aggiunto, l’Adepp, questa volta si potranno inoltrare le domande fino al 20 novembre facendo decadere, almeno formalmente, il famigerato click day. L’Adepp dice che la somma a disposizione di 600 milioni di euro è sufficiente per tutti, almeno alla luce del decreto legge 115 /22.

Tuttavia Confesercenti contesta quanto afferma l’Adepp e dice che la cifra stanziata basta solo per 3 milioni di persone ma gli autonomi con reddito sotto il limite fissato sono 3.400.000 e quindi ne restano fuori un bel po’. Ed infatti la spia che le cose non siano come propinate ufficialmente sta nel fatto che le domande saranno esaminate in “ordine cronologico” e che quindi chi arriva tardi non prende niente. Si tratterebbe solo di un click day diluito e camuffato e quindi ancor più pericoloso. Naturalmente si è in attesa del solito decreto attuativo che come da copione non arriva, generando uno stato di incertezza e confusione tipico del resto della burocrazia italiana. Formalmente l’intoppo questa volta pare essere nella Corte dei Conti che forse causa vacanze non ha ancora dato risposte ai cittadini.

Le associazioni di categoria, come Confesercenti, sono state sempre ostili al provvedimento del click day ma in Italia è mancato un serio dibattito su una modalità di erogazione che ha dell’incredibile. Infatti il click day è una vera e propria lotteria che defrauda chi non può esercitare un giusto diritto. È una sorta di inganno di Stato che restituisce un indice di scarsa credibilità delle istituzioni che ha poi effetti e proiezioni negative sulla percezione che ha il cittadino della politica. In passato non si è voluto ammettere semplicemente che non c’erano abbastanza risorse per tutti e fantozzianamente si è ricorso al click che degrada e svilisce sia chi lo propone sia chi deve subirlo.

Chissà che direbbero i Padri costituenti vedendo questa assurdità che mina la credibilità stessa dello Stato. Sarebbe più serio dire che non ci sono risorse per tutti e introdurre ulteriori parametri di selezione in modo che tutti abbiano la certezza di ottenere il contributo promesso. E dire che durante la prima fase del Covid lo Stato riuscì ad erogare direttamente sul conto corrente degli autonomi questi contributi, dopo una prima domanda. Sembrava un sogno ma si è tornati alla realtà.

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