L'abuso di democrazia uccide la democrazia - Affaritaliani.it

Politica

L'abuso di democrazia uccide la democrazia

Perché la democrazia è destinata a morire per abuso di se stessa

di Silvio Ceci

Con molto piacere questa estate ho riletto La Repubblica di Platone, testo, a mio avviso sempre di attualità, malgrado sia stato scritto quasi 2500 anni fa.--Secondo il grande filosofo ateniese, "quando il cittadino accetta che, di dovunque venga, chiunque gli capiti in casa, possa acquistarvi gli stessi diritti di chi l’ha costruita e ci è nato; quando i capi tollerano tutto questo per guadagnare voti e consensi in nome di una libertà che divora e corrompe ogni regola ed ordine, la democrazia e' destinata a morire per abuso di se stessa".

Negli ultimi tempi e' diventato di moda in politica tirare in ballo la parola democrazia per giustificare proposte di legge o, viceversa, astensioni sul fronte della sicurezza pubblica in ragione della tutela di presunti soggetti deboli ai quali incondizionatamente lo Stato dovrebbe mostrarsi aperto e tollerante.

In altre parole, per i nostri politici sarebbe antidemocratico tutelare i cittadini impedendo l'accesso a chi - spesso illegalmente - giunge nel nostro Paese con la speranza di migliorare la sua precaria condizione di vita. Per questi politici la democrazia e' tolleranza incondizionata verso chiunque con la conseguenza che chi sollecita misure adeguate di ordine pubblico sarebbe antidemocratico e dunque fascista.

Ebbene, ritengo che l'associazione tra democrazia ed apertura illimitata non sia condivisibile per ragioni tanto concettuali quanto sostanziali.
Innanzitutto la democrazia - intesa come sistema di organizzazione sociale - si identifica con la partecipazione dei cittadini- in modo diretto o indiretto - alla organizzazione del potere. Dunque, la democrazia e' semplicemente un metodo di governo e non certo una ideologia.  L'orientamento del potere e' stabilito dai cittadini che formano quella comunità i quali, utilizzando lo strumento principe della democrazia - il voto - decidono secondo il principio della maggioranza, chi e come deve governare il Paese.

Sul piano sostanziale, e' evidente che  uno Stato che adotti un sistema di potere democratico di certo non rinuncia alla tutela dei suoi cittadini aprendo le porte a chiunque voglia fare parte di quella collettività. Infatti, la democrazia non si traduce nella negazione dell'ordine pubblico e della sicurezza che - si badi - deve essere sempre garantita, pena il disfacimento di quella comunità e delle sue istituzioni. Infatti, laddove lo Stato rinunci alla tutela dei suoi cittadini, di fatto sta sopprimendo una parte della sua esistenza: lo Stato-collettività. 

Da queste irrinunciabili premesse si può ben comprendere che la tesi - sostenuta oggi da una buona parte dei politici italiani - secondo cui la democrazia implica necessariamente l'arretramento delle Istituzioni verso i cittadini e verso le garanzie che a loro spettano e' totalmente falsa.

Cosa c'e' dietro tale posizione, peraltro colpevolmente sostenuta dalla cosiddetta stampa autorevole?
Molte cose.

Innanzitutto la diffusione dell'ideologia terzomondista della 'apertura' e della 'carita' (anche a costo di danneggiare e distruggere la stessa comunità ) tanto cara a chi - ancora una volta impropriamente - si definisce democratico. E' noto infatti che quegli ambienti hanno sempre negato il diritto dei cittadini alla sicurezza  sulla base della assurda associazione tra ordine ed autoritarismo. Tesi antica ma dura a morire malgrado la storia abbia dimostrato che Paesi indiscutibilmente democratici - come gli Stati Uniti - di certo non hanno mai rinunciato alla sicurezza della collettività.

 
Di non poco conto sono anche le pressioni internazionali che il nostro Paese subisce per l'attuazione di un progetto più ampio finalizzato a ridisegnare il continente europeo sul fronte umano e sociale. Ed e' nota la debolezza atavica dei politici italiani di fronte ad ogni istanza esterna che li induce ad eseguire ogni ordine anche se dannoso per la comunità. 

Personalmente ritengo che, almeno fin quando l'Italia rimarrà una democrazia partecipativa, sia assoluto dovere di ogni cittadino esigere la tutela del territorio e delle garanzie fondamentali quali ordine pubblico, giustizia (vera) ed efficienza delle istituzioni. Perche cio' accada e' fondamentale che ognuno di noi si documenti e sia informato sulle dinamiche sociali ed economiche in modo da focalizzare gli eventi ed intervenire quando e' chiaro che il governo non tutela gli interessi dei cittadini. 

Dunque, l'adozione di politiche contro i cittadini a favore di chi giunge nel nostro Paese vanno fermate con la nostra partecipazione effettiva e concreta  in modo da correggere gli errori di direzione del governo. Infatti, solo una adeguata pressione sul 'sistema' può generare un cambiamento della scellerata rotta adottata dai nostri politici che, ad oggi, per loro ignoranza, credono che la democrazia sia semplicemente l'abbandono del cittadino a favore dello straniero. 

Se non si tiene presente ciò, il rischio concreto per tutti noi e' che - come insegna Platone - la nostra democrazia possa effettivamente morire per il suo abuso da parte di chi ci governa.