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Meloni "felice" che il governo Lecornu non è caduto subito. Ora serve stabilità, il ko del "nemico" Macron meglio nel 2026
Quanto accaduto a Parigi ha ripercussioni anche a Roma. Inside

Giorgia Meloni, Emmanuel Macron e Sebastien Lecornu
Una crisi politica a Parigi senza approvazione della legge di bilancio avrebbe creato un terremoto sui mercati finanziari
C'è stato qualche franco tiratore, ma il governo di Sébastien Lecornu resiste alle mozioni di sfiducia presentate dall'estrema sinistra (La France insoumise di Jean-Luc Mélenchon) e dall'estrema destra (il Rassemblement National di Marine Le Pen). Il Lecornu-bis si salva con 18 voti di margine nella mozione presentata da La France insoumise, meno dei 24 previsti.
Sette deputati socialisti hanno votato contro il governo Lecornu, in disaccordo con le indicazioni del gruppo. La seconda mozione di censura al governo francese, presentata dal Rassemblement national (Rn) e dall'Unione democratica della Repubblica (Udr), non è stata approvata. Esattamente 144 parlamentari hanno votato a favore di questa seconda mozione, troppo pochi per censurare il governo.
Sembra quasi incredibile, un paradosso, ma a Palazzo Chigi tirano un sospiro di sollievo. Certamente Matteo Salvini, vicepremier e leader della Lega avrebbe desiderato il fallimento del secondo tentativo del presidente francese Emmanuel Macron di far nascere il governo (bis) di Lecornu. Opposta la posizione di Forza Italia, che si oppone agli estremismi di destra e di sinistra. Ma, come noto, per la presidente del Consiglio, l'inquilino dell'Eliseo è il principale "nemico-avversario" nell'Unione europea e quindi, sulla carta, ci si sarebbe aspettato un desiderio di Meloni di fallimento di Macron e di crisi profonda della Francia.
Ma Meloni è saggia, abile, diplomatica e calcolatrice. Sa perfettamente che una crisi politica a Parigi senza approvazione della legge di bilancio per il 2026 avrebbe creato un terremoto sui mercati finanziari, con ripercussioni negative anche per l'Italia oltre che per la stessa tenuta dell'Unione europea. E, per questo motivo, adesso è meglio che il governo Lecornu nasca e vada avanti approvando la manovra economica in Francia. Il senso è quello pragmatico tipico della premier: stabilità tra i 27 dell'Unione che fa bene a tutti i membri dell'Ue, sempre con lo sguardo attento sullo spread. Certamente Meloni non è una sostenitrice di Macron e mai lo sarà. Ma al momento questa è la soluzione migliore.
Poi, nel 2026, dopo l'approvazione della Legge di Bilancio in Francia (come in Italia) ci sarà tutto il tempo di attendere e sperare in una caduta del fragile governo Lecornu, che si regge su solo 18 voti di maggioranza. Con l'obiettivo di portare la destra al governo anche in Francia. Ma non adesso, non è il momento di creare terremoti politici (e finanziari) in Europa. Quindi per Palazzo Chigi bene così. Che Lecornu vada pure avanti, fino all'inizio del prossimo anno. Poi, sono certi in Fratelli d'Italia, cadranno sia lui sia Macron e ci sarà una svolta a destra anche a Parigi, incarnata in Jordan Bardella, co-leader del Rassemblement National di Le Pen.
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