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Politica

Libri politici fra omissioni e ricostruzioni di parte: che inutilità leggerli

di Simone Rosti

Libri inutili perché condensano in tante pagine il chiacchiericcio della politica fatto di slogan, di idee buttate nella mischia senza una analisi empirica

L’uscita del libro del Ministro Di Maio, “Un amore chiamato politica”, è solo l’ultimo di una serie di libri scritti da politici. La lista è lunga (Meloni, Bonaccini, Renzi, Letta, Toninelli, Salvini, Calenda, ecc. ), ma la sostanza della loro inutilità non cambia. Intendiamoci, sono utili per chi li vende, per chi li scrive, di solito il politico di turno si cimenta in questo esercizio in un momento di notorietà per convincere qualche tifoso a compiere l’ardito gesto dell’acquisto. Sono libri che contengono discorsi, pensieri, ricordi ma, soprattutto, la ricostruzione di fatti e accadimenti con omissioni e manipolazioni al solo fine dare coerenza ad una linea politica.

Sono libri inutili perché condensano in tante pagine il chiacchiericcio della politica fatto, appunto, di chiacchiere, di slogan, di idee buttate nella mischia senza uno straccio di analisi empirica. Tanto privi di consistenza, questi libri, quanto è scaduta la politica ai tempi della rete fatta di “vaffa”, di “bestie”, di tweet. D’altronde ci siamo ritrovati ministri improbabili, capi di governo sconosciuti, ragazzi capigruppo cresciuti precocemente. Il passato post bellico ci ha regalato altrettanti personaggi non sempre all’altezza, però c’era un minimo comune denominatore fatto di scuole (seppure di partito) se non di università, di esperienze (penso ad ex diplomatici alla Farnesina), di letture.

Siamo arrivati al compiacimento dei “fattisti” (quelli del Fatto Quotidiano) che a più riprese hanno lodato la dedizione e la rapida capacità di apprendimento di qualche ministro come se essere a capo di un ministero fosse un ottimo stage… Questi libri hanno in comune una vena emozionale con ricordi affettivi lacrimevoli, al pari di quelle dei reality, anche per questo stavolta mi avvalgo del diritto del lettore (ricordate Daniel Pennac?) e li evito tutti accuratamente a prescindere.

 

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