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Politica
Di Maio, è giallo sul siluro partito dal suo libro: "Per qualcuno meglio..."

DI MAIO, IL LIBRO È GIA' UN GIALLO: "PER QUALCUNO PIU' SANO GOVERNARE CON I RESPONSABILI"

In un’epoca di fenomeni globali più che mai complessi e di manovre sempre più intriganti, la politica ha bisogno di spiegare, raccontare, svelare retroscena, scrivere libri e mandare messaggi… da Giorgia Meloni a Enrico Letta, l’ultimo in ordine di uscita è l’ex capo dei 5 Stelle Luigi Di Maio.

“Non ho mai compreso perché per qualcuno fosse più sano governare con i cosiddetti ‘responsabili’”. È l’affermazione clou di un estratto del libro di Di Maio (in uscita domani per Piemme) pubblicato stamane in anteprima su Affaritaliani.it e che a Roma ha fatto molto rumore. Chi è il “qualcuno” a cui si riferisce il ministro degli Esteri nel suo elaborato “Un amore chiamato politica”?

C'è chi pensa a Giuseppe Conte, chi indica ministri 5 Stelle e chi fa riferimento ai vertici del Partito Democratico. Di certo c'è che la ricerca dei cosiddetti “responsabili” per tenere in piedi il governo giallorosso e mettere definitivamente Matteo Renzi fuori dal perimetro della maggioranza non è andata giù all'ex capo dei 5 Stelle.

Ricostruiamo i fatti. Siamo a dicembre dello scorso anno e il leader di Italia Viva minaccia la crisi senza un cambio di passo sul Piano nazionale di ripresa e resilienza, sulla delega ai servizi segreti (non assegnata) e sul “Mes sanitario”. La situazione precipita in un mese e il 13 gennaio Renzi ritira le ministre Teresa Bellanova ed Elena Bonetti. Comincia la disperata ricerca dei “responsabili” da parte di Conte e il suo portavoce Rocco Casalino (anche il ministro per i rapporti con il Parlamento Federico D’Inca si dà tanto da fare in quel periodo). Alla Camera i numeri ci sono. Al Senato no.

Di Maio, esce il primo libro
 

Vanno rimpiazzati i 18 renziani. All’appello del premier rispondono solo in 10, fra cui Sandra Leonardo (moglie di Clemente Mastella), Mariarosaria Rossi (ex fedelissima di Silvio Berlusconi) e Lello Ciampolillo (protagonista del primo caso di Var nella storia del Senato). Il 19 gennaio Conte supera il voto di fiducia ma non basta.

Una settimana dopo, il 26 gennaio, “l’avvocato del popolo” sale al Quirinale per rassegnare le sue dimissioni. Fine della corsa. Per Di Maio ci sarebbe stata un’alternativa al suk andato in scena in quei giorni. “Lavorare a un consolidamento della stessa maggioranza, che avrebbe invece permesso al Movimento di continuare a esercitare una leadership all’interno dell’esecutivo. E a Giuseppe Conte di restare a Palazzo Chigi”, trodotto: ricucire con Renzi. Strada impraticabile.

In un altro estratto, pubblicato dal Fatto Quotidiano, Di Maio racconta la genesi del governo gialloverde. Esce fuori che Conte la carriera politica la deve anche a Giulio Sapelli. L’economista piemontese che “si bruciò con le sue stessi mani” per aver spifferato a Radio Cusano Campus i retroscena del “casting” svolto da Salvini e Di Maio per il ruolo di premier.

Proprio stamattina il presidente pentastellato sulle colonne del Corriere della Sera, parlando di Grillo e Di Maio, ha sottolineato che chi li vuole disuniti “rimarrà a bocca asciutta”. Molti osservatori si chiedono quale siano le reali intenzioni di Di Maio e quale sia il vero stato del rapporto con quel “qualcuno”Qual è il vero obiettivo di Di Maio? Con questo libro vuole solo togliersi qualche sassolino dalla scarpa? Oppure riprendersi la leadership del Movimento 5 Stelle? Intanto il progetto di Conte va avanti, almeno fino al prossimo libro.

 

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