M5s, Conte a Grillo: "Non faccio il figurante". La rottura finale sugli esteri
Fallita la mediazione tra l'ex premier e il fondatore del Movimento, che voleva l'esclusiva titolarità della politica estera
Quasi tre ore di colloquio, definito "cruciale", per convincere Giuseppe Conte ad andare avanti. A casa dell'ex presidente del Consiglio si sono trovati dunque il capogruppo a Palazzo Madama, Ettore Licheri, la vicepresidente M5s del Senato, Paola Taverna, il ministro dell'Agricoltura, Stefano Patuanelli. Il tutto in un crescendo di ansia tra i parlamentari del Movimento dopo l'affondo di Beppe Grillo verso il leader in pectore. Ed e' su Patuanelli che oggi si e' puntato affinche' Conte si convincesse a non mollare, ma la riunione e' finita in un nulla di fatto: la mediazione e' fallita.
Conte in conferenza stampa lunedì per lo strappo
A Conte si riesce solo a 'strappare' qualche ora di tempo, in vista di una conferenza stampa che dovrebbe tenersi lunedi', ma niente di piu'. Il ragionamento dell'ex premier sarebbe impostat cosi': Grillo mi ha dato carta bianca, ho profondamente creduto nella nascita di M5s 2.0, ci ho lavorato, sono pronto e ora dica Grillo cosa vuole fare. Altrimenti io mi sfilo, concetto sottolineato gia' qualche giorno fa ai senatori.
M5s, l'ipotesi di un partito di Conte e della scissione
Sullo sfondo, l'ipotesi di un nuovo partito, sul quale cresce il pressing, ma di cui Conte non ha mai parlato. Non farsi prendere dalla 'psicosi da retroscena'. A parlare sara' lo stesso Giuseppe Conte. Probabilmente lunedi', ammoniscono fonti M5s, dopo che, nel pomeriggio, il ministro Luigi Di Maio ha fatto trapelare il suo pensiero: "Mai come adesso serve compattezza all'interno del movimento. Dialoghiamo con il massimo impegno e lavoriamo per unire", ha detto l'ex capo politico M5s e ora titolare della Farnesina.
La rottura finale Conte-Grillo sulla politica estera
A consumare la rottura finale tra le 26 osservazioni, divenute poi 30, che Beppe Grillo ha mandato riguardo alla bozza di statuto preparata da Giuseppe Conte, ce n’è una che ha lasciato l’ex premier di sasso, scrive Repubblica. Vale a dire "Quella in cui il Garante chiedeva per sé — esclusivamente per sé — la titolarità della politica estera dei 5 stelle. Il fondatore pretende di essere il “rappresentante internazionale del Movimento nel mondo”. Il che gli permetterrebbe senz’altro di continuare a girare per ambasciate, come ha fatto con quella cinese durante il G7 in Cornovaglia, ma difficilmente consentirebbe a chi si assume l’onere di guidare i 5 stelle di poterlo fare liberamente".
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