M5S, Di Maio a Londra: "Possibili convergenze con Pd e FI" - Affaritaliani.it

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M5S, Di Maio a Londra: "Possibili convergenze con Pd e FI"

M5S, ecco il discorso di Luigi Di Maio agli investitori di Londra

Al di là delle smentite, tra mondo politico e comunità finanziaria si continua a parlare della "missione" di Luigi Di Maio a Londra come di un momento nuovo, in cui il candidato premier del M5S, seppure in una riunione riservata con una ventina di investitori della City, avrebbe modificato la linea oltranzista del movimento dicendosi disposto a ragionare, dopo le elezioni, su un governo di convergenza con le maggiori forze politiche del paese. Di Maio avrebbe anzi suggerito possibili convergenze allargate su due temi come la sburocratizzazione della pubblica amministrazione e gli investimenti infrastrutturali.

L'indiscrezione, rilanciata giovedì dall'agenzia Reuters, era stata smentita dallo stesso Di Maio in serata: "Secondo una traduzione forzata fatta in Italia, vorrei fare un governo di larghe intese. Non ho mai prospettato un governo di larghe intese, anche perché le larghe intese hanno già ammazzato l'Italia". Ma non c'è stata alcuna traduzione nell'incontro organizzato all'Hotel Millennium: secondo diverse fonti, come scrive il sito www.repubblica.it, si sarebbe parlato quasi solo italiano, anche perché davanti al leader Cinquestelle c'erano espatriati italiani a Londra che operano in primari fondi internazionali, oltre che speculativi, con masse in gestione per centinaia di miliardi: nessuno fa nomi, sembra però che i big Pimco e Fidelity fossero convocati. Ai presenti, che hanno fornito riscontri interessati e hanno chiesto di rivedere Di Maio dopo le elezioni, è sembrato di notare una sfumatura nuova, più aperturista rispetto alla linea degli appelli solitari a governare con il 51% da tempo ripetuti da M5S.

La visita di Di Maio a Londra era stata preparata nel riserbo da Francesco Galietti, fondatore della società di analisi politica Policy Sonar. Galietti avrebbe radunato diversi investitori desiderosi da tempo di confrontarsi con il partito che, secondo i sondaggi, potrebbe risultare il più votato alle elezioni del 4 marzo. Dopo una serie di incontri a quattr'occhi con i maggiori investitori in mattinata, Di Maio sarebbe tornato a un tavolo comune per la colazione a base di panini, seguita da tre sessioni su temi specifici nel pomeriggio, in cui si sarebbe parlato anche di riforma del diritto fallimentare ed effetit sul recupero dei crediti bancari, di ricerca e sviluppo di alcune aziende come Eni, Enel, Terna, di Cdp reti e dei suoi soci cinesi.

Sul dopo elezioni, che potrebbe vedere un paese ingovernabile e un parlamento spaccato in tre, Di Maio avrebbe ripetuto in tutti gli incontri, pubblici e privati, un concetto simile: "So che nelle analisi di molti di voi le due ipotesi dominanti post voto sono un governo di maggioranza assoluta del centrodestra oppure uno sull'asse centrodestra-Pd - avrebbe detto Di Maio secondo due dei presenti contattati da Repubblica -. Io ritengo che non ci siano i numeri per queste due ipotesi, così ne prevedo altre due: o tornare di nuovo alle urne oppure trovare punti in comune nelle varie agende dei partiti, per farle diventare un'agenda di governo".

Il politico dei 5 Stelle, che ha fornito come scadenza ideale di queste consultazioni il 23 marzo - data di possibile formazione del governo dopo quella del parlamento - avrebbe suggerito, ai tanti che chiedevano quali punti in comune potesse avere M5S con gli altri partiti, i due temi degli investimenti in infrastruttire e della semplificazione della pubblica amministrazione. Un altro investitore che giovedì ha incontrato Di Maio ha confermato la disponibilità da lui espressa a Londra a valutare alleanze con tutti i partiti a certe condizioni, "ma non con la Lega", ha aggiunto.