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Politica
M5s, gestione collegiale o capo politico? La partita fra Di Battista ed eletti

Repubblicani e monarchici. Sono queste le ‘fazioni’ che si stanno confrontando all’interno del Movimento 5 Stelle. È quanto riferisce Il Messaggero, che riporta un virgolettato del presidente della Commissione Antimafia Nicola Morra, pentastellato della prima ora. “Io sono repubblicano e qui vedo molti che vogliono succedere al trono”, suona come un rimprovero ad Alessandro Di Battista e un tentativo di ridimensionare le ambizioni del leader romano. Morra non ha mai negato di preferire – anche negli anni di Di Maio capo politico - una gestione collegiale del M5s. Lo stop di Grillo, all’uscita di Di Battista, ha ricompattato le correnti parlamentari e ministeriali. Dal ministro Patuanelli alla vicepresidente del Senato Taverna, passando per il presidente della Camera Fico fino all'ex capo politico e minsitro degli Esteri Di Maio, la volontà è quella di rendere collegiale la gestione del Movimento 5 Stelle. 

L'unico dei big a voler mantenere la gestione apicale è Di Battista, appoggiato da un nutrito gruppo di pentastellati come l'europarlamentare Ignazio Corrao, e le ex ministre Barbara Lezzi e Giulia Grillo. Ma il passaggio da gestione singola a gestione collettiva dovrebbe passare dal voto degli iscritti Rousseau. E già questo è il primo nodo che divide gli attivisti. L'ipotesi de Il Messaggiero, è che Di Battista, forte della popolarità fra gli iscritti alla piattaforma, possa chiedere con una petizione del 15% degli iscritti (circa 15mila persone), la nomina diretta del nuovo capo politico. 

"Moltissimi elettori pensano le cose chedice Alessandro e si riconoscono in lui. Lo dissi gia' un anno fa. Seogni volta che parla viene massacrato internamente, quelle persone leallontani. Non si tratta solo di lui, ma di tutti gli attivisti chestiamo perdendo". A dirlo, in una intervista a Repubblica, e' Massimo Bugani, capo staff di Virginia Raggi, consigliere comunale M5s a Bologna, ex braccio destro di Grillo e Casaleggio. "Devi proteggere il governo oggi - spiega Bugani -, ma devi garantire anche un futuro al Movimento. Altrimenti dopo e' peggio, se continuiamo cosi' fra un anno la destra di Matteo Salvini e Giorgia Meloni ci spazza via".

Alla domanda se il problema principale consista nel fatto che il Movimento sta sparendo dai territori, risponde: "Ho visto che adesso sono state organizzate delle dirette di alcuni parlamentari per spiegare quel che il governo sta facendo. Ma stare in mezzo alla gente in questo momento non significa questo. Non e' dire quello che hai fatto o non hai fatto. Significa ascoltare. E' un lavoro fondamentale per continuare a esistere nei cuori delle persone. Abbiamo incanalato la rabbia, l'abbiamo trasformata in azione. Ora - pero' - c'e' anche molta rabbia contro di noi". L'idea di un direttorio che tenti una composizione delle varie anime, "mi pare un 'volemose bene' che sa di galleggiamento stanco - osserva -. E non credo porti con se' alcuno slancio per il futuro. Io penso una cosa molto netta: governo e Movimento sono due cose diverse. E' cosi' dalla notte dei tempi. Se si vuole creare un organismo per cui il Movimento diventa il governo, vive in funzione del governo, lo spazio si restringe per forza e i cittadini si allontanano".

"Per me - aggiunge con riferimento a Di Battista - serve qualcuno che non faccia parte del governo. Puo' essere anche un gruppo di persone, ma non bisogna legare le riflessioni sul futuro del Movimento esclusivamente al futuro del governo". Conte prossimo capo politico, riflette anche, "si brucerebbe in due mesi. E' una persona troppo intelligente e non credo che scelga questa strada", "nel suo ruolo di premier ha mostrato spessore politico e soprattutto umano. Agli italiani piace perche' sa anche chiedere scusa. E' un ottimo presidente e per me non va imbrigliato nel Movimento". Potrebbe tornare Beppe Grillo? "Beppe e' Beppe. E' imprevedibile e puo' fare qualsiasi cosa", "gli voglio tanto bene e per questo non glielo consiglio. Sarebbe un grande sacrificio".

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