M5s, nelle liste perfetti sconosciuti. Conte ripensa alla regola dei 2 mandati
Dopo il flop elettorale si ipotizza una svolta. Ennesima botta per il "metodo Grillo". Il più votato ha preso 412 preferenze, Del Bono (Pd), 35mila
M5s, i numeri di preferenze da zero virgola e l'idea di diventare partito
Le elezioni Regionali si sono concluse con un clamoroso flop delle opposizioni, molto male il M5s. Il post voto è all'insegna dei rancori tra i grillini, compresi quelli nei confronti del loro leader Giuseppe Conte. Le chat del giorno dopo sono una colata di rancore. Anche per lui, per Conte che stamattina, dopo infiniti rinvii, - si legge sul Fatto Quotidiano - calerà la lista dei coordinatori provinciali. Una boa cui aggrapparsi, in attesa di ragionare davvero sul futuro. Perché l’avvocato a 5Stelle ora deve decidere. Deve scegliere se rendere il M5s un vero partito, con rappresentanti territoriali a cui delegare davvero potere e non medaglie di latta. Capire se può ancora sostenere il vincolo dei due mandati, che Beppe Grillo non ha mai voluto cambiare. I mugugni degli eletti: “Perché se candidiamo sconosciuti le preferenze non si prendono, e figurarsi alle Europee l’anno prossimo...".
A Bergamo - prosegue il Fatto - il 5S più votato è Danilo Albani Rochetti, 305 preferenze. Mentre il più votato di Azione – con percentuali simili al M5S – è Niccolò Carretta, che di preferenze ne ha prese 2400. Invece a Brescia i 5Stelle eleggono Paola Pollini, 412 voti. Proprio nella città dove il dem Emilio Del Bono da solo ha preso 35 mila preferenze. Il nodo è sempre quello delle candidature, in una Regione dove dietro al capogruppo uscente Nicola Di Marco –rieletto a Milano – non c’erano volti conosciuti. Il coordinatore regionale Dario Violi e l’ex parlamentare e consigliere regionale Massimo De Rosa erano incandidabili a causa del vincolo dei due mandati. Proprio come il veterano Stefano Buffagni.
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