Politica
Manovra, Boccia: "Scongiurata procedura Ue, confronto su crescita e sviluppo"

Manovra, Boccia: "Fondamentale aver scongiurato procedura infrazione, ora confrontiamoci su crescita e sviluppo"
di Silvia Davite
Alla fine degli anni novanta si avviò a Milano un intenso dibattito sul ruolo della rappresentanza sociale tra intransigente rigore nel dare voce alla rinnovata battaglia per i diritti dei lavoratori e la capacità di visione generale nel perseguire l'interesse complessivo del Paese, fuori da cui quella battaglia sarebbe apparsa inesorabilmente velleitaria.
Si trattò di una discussione che avrebbe dovuto condurre a degli esiti organizzativi e di strategia generale sulle forme della rappresentanza, purtroppo però venne troncata di forza per la scelta romana di politicizzare il maggiore sindacato italiano, la CGIL, attraverso il ruolo dell'allora suo Segretario Generale. Sto parlando di Cofferati, naturalmente.
Fu una scelta sbagliata che contribuì a generare conseguenze significativamente negative 'incapacità di gestire il "Pacchetto Treu" come occasione di riorganizzazione dei servizi mutualistici ai lavoratori in forma bilaterale, ripensamento del ruolo confederale delle Camere del Lavoro di Zona, il ritardo nel processo di unità sindacale, la scarsa elaborazione su progetti di sviluppo dal basso, il proliferare del precariato sottopagato che nulla ha a che vedere con la flessibilità per esigenze organizzative aziendali, l'assenza di una battaglia coordinata e congiunta per riaggiornare il patto sociale europeo.
E' proprio ricordando tutto questo che nel giorno di Natale fanno ben sperare le parole del Presidente degli industriali Vincenzo Boccia, rilasciate ai microfoni del TG2; esse dimostrano come Confindustria intenda essere ponte tra necessità delle imprese e interesse generale del Paese: "Siamo soddisfatti per aver scongiurato la procedura d'infrazione da parte dell'Europa, per ampie aree del Paese sarebbe stato drammatico perdere i fondi europei di coesione sociale; ora auspichiamo di tornare a concentrarci su crescita e sviluppo del Paese a partire dal rilancio del settore dell'edilizia che più di tutti ha sofferto un'emorragia di centinaia di migliaia di posti di lavoro dal 2008 ad oggi. Aprire i cantieri diventa condizione fondamentale per fronteggiare il ripiegamento economico, anche di sistema, in cui ci troviamo e garantire coesione sociale"
Boccia ha ragione, l'edilizia resta il settore meno attenzionato dal governo giallo verde; e non è tanto una de-regolamentazione del Codice degli Appalti, foriera di ulteriori conflitti tra poteri che rischierebbero di rallentare ulteriormente i cantieri, di cui abbiamo bisogno; né tanto meno un abbassamento della soglia con cui procedere all'affidamento diretto di lavori, perché non è procedura di per se stessa che garantisca la qualità degli interventi. Abbiamo bisogno di sbloccare i bandi per tutti gli interventi già in essere e abbiamo bisogno di misure urbanistico - fiscali a sostegno di Comuni e Regioni per la rigenerazione urbana.
Nelle grandi città del nord e del sud sicurezza e riscatto sociale sono messi a grave rischio proprio perché manca una politica economica che rilanci l'edilizia: tutte le aree maggiormente attenzione dalle Forze dell'Ordine, di cui il Ministro è Salvini, sono aree abbandonate, con immobili pubblici e privati oggetto di numerosi progetti senza che gli operatori economici siano nelle condizioni di svilupparli, sono aree urbanisticamente incomplete, sono interi quartieri pubblici bloccati nel degrado più totale con chilometri di cunicoli di cantine occupate e balconi che cadono a pezzi. In queste aree del Paese vivono quelle persone che sempre al TG2, appena prima di Boccia, Salvini dice di voler aiutare. Eppure su tutte queste aree le forze di difesa e sicurezza intervengono all'infinito, senza esiti risolutivi e con sperpero di danaro pubblico perché nessuna di esse è oggetto di programmazione e cooperazione inter istituzionale.
Anche Di Maio parla di reddito di cittadinanza come svolta sociale e anche in questo caso il Presidente di Confindustria non si schiera pre giudizialmente contro, bensi chiede uno strumento ponte verso il lavoro perché non venga stigmatizzato come misura di bieco scambio elettorale: il capo degli industriali suggerisce cosi al Vice Premier di lavorare per rafforzare l'immagine del sud che e' energia e voglia di fare. Del resto solo i centri per il lavoro del Comune e della Provincia di Milano raggiungono esiti di reinserimento significativi e già nella capitale economica del Paese si riflette su come migliorare ancora.
"Se i tagli ai fondi per lo sviluppo saranno compensati da fondi europei, come dice il governo, - prosegue Boccia - lo vedremo nei prossimi giorni; bisogna avere fiducia".
A mio avviso appare chiaro che senza una una collegialità di programmazione tra Sicurezza e Sviluppo, e poi tra Ministeri e Regioni e Comuni, assisteremo a pochi interventi, dispersione delle risorse pubbliche senza massimizzare gli effetti di politiche attive.
La filosofia pratica dei Decreti Minniti dovrebbe supportare la fase attuativa che attende il Sottosegretario Giorgetti: ad esempio si potrebbero usare i fondi europei anche per finanziare l'estensione di abbattimenti fiscali sulle ristrutturazioni in interi immobili, quartieri e aree abbandonate oggetto di programmazione inter istituzionale e rinnovato patto pubblico-privato.
Una stagione di patti locali per la Sicurezza, lo Sviluppo e la Coesione sociale.
C'è chi vuole sistematicamente riproporre uno schema del passato secondo cui le categorie di rappresentanza sociale debbano essere piegate alle istanze delle parti politiche siano esse la maggioranza o l'opposizione: da entrambi i fronti si vuole una rappresentanza sociale cinghia di trasmissione degli uni o degli altri.
Per quanto mi riguarda tutto ciò è il segno più evidente e preoccupante dell'abbassamento della cultura democratica nel nostro Paese fondata sull'autonomia e sulla dialettica tra parti sociali e potere politico. La disintermediazione, portata avanti dagli anni '90 ad oggi, produce arretramento delle democrazie non un loro rafforzamento. Per questo considero positivo e centrale il ruolo delle imprese in questa fase: non arretrano e con spirito costruttivo si prendono cura del Paese.