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Politica
Manovra, slitta la fiducia al Senato: voto finale entro il 29/12

Manovra, slitta la fiducia al Senato 

L'Aula del Senato inizierà mercoledì 28 dicembre alle 10 la discussione generale sulla manovra. Al termine, alle 18,30 circa, il governo porrà la questione di fiducia sul testo approvato sabato scorso dalla Camera. Le dichiarazioni di voto  inizieranno invece alle ore 9 di giovedì 29 dicembre, seguirà la votazione per appello nominale sulla fiducia e il voto finale. Lo ha stabilito all'unanimità la Conferenza dei Capigruppo. Il via libera definitivo alla manovra è atteso per le 12 del 29 dicembre.

La sessione di bilancio e' stata influenzata dalla ristrettezza dei tempi, conseguenza del voto per le politiche avvenuto a fine settembre, come mai successo durante l'Italia repubblicana, con il governo che si è formato quando solitamente la discussione sulla finanziaria è già avviata in Parlamento. Nonostante le poche settimane a disposizione, il governo e la maggioranza hanno cercato di inserire nel testo alcune scelte che marcassero una linea politica, tra pace fiscale, contanti e pensioni, finendo però per incorrere in errori formali o nel ritiro di una serie di misure, tra rilievi della Ue, della Ragioneria Generale dello Stato e di Bankitalia.

Tuttavia l'esecutivo rivendica di aver prodotto un testo all'insegna della "prudenza", con un ricorso contenuto a nuovo deficit, dalla maggioranza FdI parla un "testo formato famiglie", mentre Forza Italia sostiene guardi "alla crescita del Paese". Dalle opposizioni, però, il Pd replica che si tratta di una manovra "di condoni e tagli a sanità", il M5s di "Governo prono a falchi dell'austerity", Avs di "legge iniqua, inno all'evasione".

Manovra, sforbiciata al Reddito di cittadinanza

Sostanzialmente il provvedimento più netto per reperire risorse è la sforbiciata nel 2023 del reddito di cittadinanza - ridotto a 7 mesi - per le persone ritenute occupabili, in attesa di una restrizione del sussidio dal 2024 a coloro che non possono lavorare. L'ufficio parlamentare di bilancio stima che a metà del prossimo anno potrebbe perdere il sussidio il 38,5% delle famiglie che attualmente lo percepisce. Più di una su tre. A dettare le priorità della manovra sono stati il calendario e il conflitto in corso in Ucraina, con l'invasione delle truppe russe che prosegue ormai da 10 mesi. Vista l'impennata del costo dell'energia e la corsa dell'inflazione, il governo ha proposto un testo da 35 miliardi di cui ben 21 vanno alla proroga di misure per la mitigazione del caro bollette per imprese e famiglie.

Provvedimenti su cui, al netto di qualche sfumatura, si è registrata una comunanza di vedute tra gli schieramenti. Con il ministro dell'Economia Giancarlo Giorgetti che ha già fatto presente a fine marzo potrebbe esserci la necessità di reperire nuove risorse. Poi ci sono state le richieste delle forze politiche di maggioranza, che hanno provato a perorare alcuni cavalli di battaglia: Forza Italia e Lega sulle pensioni, FdI e Noi Moderati sulle famiglie, con la difficile mediazione in Commissione per far quadrare i conti. Tutto in tempi serrati. Il Cdm ha approvato la Manovra il 22 novembre, con una seduta notturna, la Camera all'alba del 24 dicembre. Nell'arco di un mese la discussione politica e' stata monopolizzata dai provvedimenti su reddito, contanti, pensioni e fisco.

Il governo ha portato il tetto per i pagamenti in contante da mille a cinquemila euro. Inoltre voleva eliminare le multe per gli esercenti che non consentono di pagare con il Pos fino a 60 euro. Su questo punto si sono susseguiti i rilievi di Bankitalia, Upb, Confindustria, Corte dei conti. Perché il paese ha assunto impegni nel Pnrr sulla tracciabilità dei pagamenti, per un'evasione fiscale stimata ogni anno attorno agli 80 miliardi, perché' tra gli under 30 solo 1 su 4 sceglie i contanti per i pagamenti al posto di carte o App di pagamento. Così durante la prima delle tre sedute serali in Commissione il Mef ha stralciato la norma, ma a causa di un refuso ne è nato un pasticcio normativo, con il testo che nella nuova formulazione cancellava anche la modifica del tetto al contante, allora l'emendamento è stato riscritto nel corso della notte.  

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