Meloni protagonista della (fragile) pace in Medio Oriente. Obiettivo 10 miliardi alle imprese italiane per la ricostruzione di Gaza - Affaritaliani.it

Politica

Ultimo aggiornamento: 18:26

Meloni protagonista della (fragile) pace in Medio Oriente. Obiettivo 10 miliardi alle imprese italiane per la ricostruzione di Gaza

All'indomani della riunione del Processo di Aqaba a Roma

Di Alberto Maggi

Meloni sfrutta la debolezza interna di Macron e la (quasi) assenza di Starmer sui tavoli internazionali

L'Italia è pronta a fare la sua parte nella ricostruzione di Gaza, sempre che la fragile tregua regga visti gli scambi di accuse tra Israele e Hamas ormai divisa in fazioni. Dopo la firma degli accordi di Sharm el-Sheikh, che hanno segnato la prima fase del processo di pace in Medio Oriente, Giorgia Meloni rilancia l'impegno del governo per quella che il presidente americano Donald Trump - principale artefice dell'intesa siglata in Egitto - ha definito la 'fase 2' di Gaza. Allo stesso tempo, la premier mantiene alta l'attenzione sull'Africa, all'indomani della riunione del Processo di Aqaba che si è tenuto ieri a Roma.

Secondo quanto riferiscono fonti di Palazzo Chigi, la premier, durante la riunione del Consiglio dei ministri, ha chiesto che tutti i dicasteri e le istituzioni, coinvolte nel progetto di ricostruzione, si coordinino per definire i prossimi passi, con "un'attenzione particolare all'aspetto degli aiuti umanitari".

La premier ha partecipato alla riunione di alto livello del Processo di Aqaba, in programma alla Galleria Nazionale d'Arte Moderna e Contemporanea. L'edizione di quest'anno, che ha celebrato il decennale dell'iniziativa, è stata dedicata all'Africa Occidentale, area di grande rilevanza strategica segnata da forti instabilità politiche e dalla presenza di gruppi terroristici e organizzazioni criminali transnazionali. Come ricordano fonti italiane citando il Global Terrorism Index, "oltre la metà delle vittime del terrorismo a livello globale si è registrata in Africa Occidentale".

Quindici dei venti attacchi più letali hanno avuto luogo in questa regione, che comprende quattro dei dieci Paesi più colpiti: Burkina Faso, Mali, Niger e Nigeria. In quest'area è particolarmente evidente il legame tra criminalità e terrorismo, un intreccio che, insieme a fattori come povertà e malnutrizione, alimenta il traffico di esseri umani, droga e armi, oltre a favorire la migrazione forzata.

Meloni, unica donna presente in Egitto per la (fragile) pace in Medio Oriente ed elogiata dal presidente Usa Donald Trump, si sta muovendo abilmente sullo scacchiere della politica internazionale. L'occhio è sempre puntato sulla Legge di Bilancio per il 2026, ovviamente, in vista del Consiglio dei ministri di domani, venerdì 17 ottobre, ma la presidente del Consiglio ha tutta l'intenzione di svolgere un ruolo di primissimo piano nella ricostruzione della Striscia di Gaza.

Due sono i motivi principali, come spiegano fonti qualificate vicinissime a Palazzo Chigi. In primo luogo, sul piano geo-politico, l'Italia (in sintonia con la Germania del cancelliere Friedrich Merz) - nel momento in cui la Francia di Emmanuel Macron è debolissima sul fronte interno per problemi politici ed economici interni e anche il Regno Unito di Keir Starmer di fatto è stato tagliato fuori dal palcoscenico internazionale - vuole apparire come l'interlocutore privilegiato della Casa Bianca, anche per giocare in futuro questa posizione "speciale" per ottenere vantaggi come la cancellazione dei dazi Usa sulla pasta - eccellenza del Made in Italy - che gli Usa hanno minacciato da gennaio del prossimo anno.

Non solo, il governo punta a essere il player principale per il tentativo di stabilizzazione del Nord Africa e dei Paesi dell'Africa occidentale - principalmente con il Piano Mattei - anche, e non solo, per arginare il più possibile l'immigrazione irregolare.

Dal punto di vista economico, poi, c'è da sottolineare che la ricostruzione della Striscia di Gaza vale quasi 100 miliardi di dollari, una cifra elevatissima che fa naturalmente gola a moltissime aziende occidentali. I rapporti tessuti con parsimonia e con astuzia diplomatica da parte di Meloni con i Paesi arabi moderati - Qatar, Egitto, Arabia Saudita ma anche Turchia in testa - servono proprio a Roma per essere in prima fila quando ci saranno da assegnare le gare per la ricostruzione di Gaza City e dell'intera Striscia.

Si parla di commesse potenziali per quasi una decina di miliardi di euro per le imprese del nostro Paese, soprattutto sul settore delle infrastrutture (ma non solo). E questo significa anche posti di lavoro, crescita della produzione industriale e del gettito per le casse dello Stato. Il tutto con l'Italia in testa tra i Paesi europei negli aiuti umanitari alla popolazione palestinese. "Lungimirante, calcolatrice e davvero astuta Meloni", ammettono a microfoni spenti anche dalle opposizioni.

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