Azione non entrerà nel Centrodestra. Ma Calenda con Meloni ha un feeling (politico) che fa comodo a entrambi. Ecco perché - Affaritaliani.it

Politica

Azione non entrerà nel Centrodestra. Ma Calenda con Meloni ha un feeling (politico) che fa comodo a entrambi. Ecco perché

Verso l'abbassamento della soglia nella legge elettorale

Di Alberto Maggi

Per Calenda possibili intese solo a livello locale, non alle Politiche

Forza Italia ci ha provato. E' uscita allo scoperto con il portavoce nazionale Raffaele Nevi, ovvero come se a parlare con Affaritaliani.it fosse stato il segretario, vicepremier e ministro degli Esteri Antonio Tajani. E il messaggio a Carlo Calenda, leader di Azione, è stato chiarissimo: "Entri nel Centrodestra e ci aiuti a rafforzare la gamba liberale della coalizione". Fratelli d'Italia e la Lega, alla stessa domanda hanno scelto di non rispondere. Anzi, nel partito della presidente del Consiglio l'ordine tassativo a senatori e deputati è quello di non toccare assolutamente l'argomento.

Giorgia Meloni, sempre ben consigliata dalla sorella Arianna, sa perfettamente che quella di Calenda è una opposizione molto diversa dalle altre, pragmatica e non ideologica, e con la quale ha diversi punti in comune, come ad esempio la giustizia e il ritorno all'energia nucleare. Ma Azione entrerà davvero nel Centrodestra? La risposta - secondo quanto risulta ad Affaritaliani.it - è no.

Possibili accordi locali, come in Basilicata e forse nelle Marche per le prossime elezioni regionali, ma allo stesso tempo, altre volte, Calenda scegli di appoggiare candidati di Centrosinistra e di andare da solo valutando di volta in volta candidati e programmi. Ma le elezioni politiche e il governo del Paese sono un'altra cosa. Per l'ex ministro centrista essere alternativi ai populisti dei due schieramenti è una parola d'ordine.

E così come considera impossibile un'alleanza con Conte, Bonelli e Fratoianni - definiti una iattura se andassero al governo - Calenda ritiene che non ci possa essere alcuna intesa con la Lega di Matteo Salvini e del generale Roberto Vannacci ovvero con chi ha definito "guerrafondaio" (e anche usato parole più forti) il presidente francese Emmanuel Macron e ogni giorno attacca pesantemente la Commissione europea e la sua presidente Ursula von der Leyen.

Insomma, Salvini è come Conte e quindi nessuna alleanza possibile per il Parlamento e per il governo. Con la premier il rapporto non è conflittuale, come si è visto anche durante il recente premier-time. Quando il governo fa una cosa giusta la votiamo e spieghiamo perché, altrettanto quando fa una cosa sbagliata in senso opposto non la sosteniamo motivando la decisione.

Questa è la linea di Calenda e dei suoi fedelissimi. Poi, sottotraccia, nel lavoro per scrivere la nuova legge elettorale c'è l'idea di Fratelli d'Italia di abbassare la soglia di sbarramento sotto l'attuale 3%. Un favore, secondo molti, proprio ad Azione, ma anche un calcolo politico della premier che sa bene che il bacino dove pesca Azione è soprattutto quello dei moderati del Pd e di Italia Viva di Matteo Renzi, ormai costola dei Dem. Quanto al progetto di Calenda resta quello, a livello nazionale, di una forza centrista autonoma, liberaldemocratica, europeista e atlantista alternativa a tutti gli estremisti e populisti delle due coalizioni.

Un lavoro da costruire insieme ad altri movimenti che non si riconoscono nei due poli e anche alle tante liste civiche che in tutta Italia raccolgono moltissimi voti alle elezioni amministrative pur senza schierarsi né con la coalizione di Meloni né con quella di Elly Schlein. Obiettivo? Almeno l'8% ma il 10 e oltre ottenuto anni fa da Mario Monti con Scelta Civica non sembra impossibile.

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