Politica
Meloni irritata dall'attivismo di Macron. Il piano per rompere l'asse Francia-Germania. Decisivo il faccia a faccia con Merz
Sul tavolo Ucraina, dazi Usa, Mes e immigrazione. Inside

il presidente Emmanuel Macron riceve il neoeletto cancelliere tedesco Friedrich Merz
L'obiettivo geopolitico e strategico della leader di Fratelli d'Italia sarà quello di impedire che rinasca un nuovo asse Parigi-Berlino che sarebbe solo dannoso per il nostro Paese
Emmanuel Macron insiste e rinnova l'offerta dell'"ombrello nucleare" francese a tutti i Paesi dell'Unione europea, Italia inclusa. Un attivismo quello dell'inquilino dell'Eliseo che irrita non poco Palazzo Chigi, spiegano fonti di Fratelli d'Italia. D'altro canto Giorgia Meloni - sempre ben consigliata dalla sorella Arianna - ha deciso qualche giorno fa di partecipare solo in video-conferenza al vertice a Kiev dei cosiddetti 'volenterosi' e le opposizioni attaccano ricordando la foto di Draghi, Scholz e Macron verso la capitale ucraina mentre oggi - specialmente per il Pd - il nostro Paese è ai margini delle vicende chiave del Vecchio Continente.
In realtà la presidente del Consiglio non si è recata a Kiev perché l'Italia ufficialmente non fa parte della coalizione dei 'volenterosi' (pur sostenendo pienamente Zelensky) e non ha alcuna intenzione di inviare soldati e truppe in Ucraina anche qualora si arrivasse a un'intesa, difficile, con la Russia. Per Meloni l'unica possibilità, molto remota al momento, è quella di partecipare a una missione sotto le bandiere dell'Onu. Ma la situazione è tutt'altro che semplice con Vladimir Putin che ha dato dei "deficienti e idioti" agli europei che parlano ancora di sanzioni contro Mosca e il vertice con Zelensky e Trump in Turchia dagli esiti incerti e con poco ottimismo.
Il caos geopolitico non riguarda soltanto il conflitto russo-ucraino ma anche la questione scottante e delicata dei dazi. In molti fanno notare come la Casa Bianca abbia chiuso un accordo lampo con la Cina definendo l'Unione europea "più cattiva". Poi il tycoon è volato nei Paesi del Golfo per stringere intese commerciali, per fare affari insomma, e infatti si parla di accordi da circa 1.000 miliardi di dollari oltre al super aereo regalatogli dal Qatar.
In questo quadra complesso Meloni prende tempo e punta a giocare la sua partita su due fronti. Uno è sempre il rapporto ottimo con Trump e quindi rilanciare il suo ruolo di sponda tra Usa e Ue anche e soprattutto per trovare un'intesa sulle cosiddette tariffe, visto che i dazi sul farmaceutico colpiscono pesantemente anche il nostro Paese. Possibile in questo senso un incontro con il vice-presidente Usa J.D. Vance, cattolico, che dovrebbe essere a Roma domenica 18 maggio per la messa di inizio pontificato di Leone XIV.
E la chiave dell'azione politico-diplomatica della premier è proprio quella di contrastare il protagonismo di Macron, sia con il dialogo diretto con gli Stati Uniti (e Meloni sa perfettamente che l'Europa da sola non può sostituirsi agli Stati Uniti nel sostegno militare all'Ucraina) sia cercando di stringere un patto con il nuovo cancelliere tedesco Friedrich Merz, che vedrà domenica nella capitale sempre a margine della celebrazione in Vaticano per l'inizio del nuovo Pontificato.
Con la Germania il rapporto commerciale è strettissimo e Meloni può giocare la carta del rapporto con Trump per 'aiutare' anche Merz affinché l'economia tedesca non venga troppo danneggiata. Anzi, che non lo sia affatto e questo porterebbe un beneficio anche all'Italia visti i fortissimi legami commerciali che abbiamo con Berlino. Poi Merz è della Cdu-Csu ovvero lo stesso partito cristiano-democratico, membro del Ppe con Forza Italia del vicepremier e ministro degli Esteri Tajani, della presidente della Commissione Ue Ursula von der Leyen, con la quale Meloni ha un ottimo rapporto.
Non solo l'Ucraina, certo, ma altri temi verranno toccati domenica come il contrasto all'immigrazione clandestina e vista la svolta rigida di Berlino con il nuovo esecutivo l'intesa sarà abbastanza semplice. Ma poi ci sono anche le spine, come il Mes che l'Italia non vuole ratificare e che danneggia soprattutto proprio la Germania. Il tutto senza dimenticare le bordate quasi quotidiane del vicepremier leghista Salvini contro Bruxelles (Macron bersaglio numero uno) e le istituzioni Ue.
Strali che arrivano nella capitale belga e che mettono in qualche modo Meloni in imbarazzo. Anche se la premier è abilissima nel spiegare e far capire agli alleati che la coalizione di Centrodestra non è un partito e ha posizioni differenti, specie in politica estera. In definitiva il faccia a faccia con il neo cancelliere Merz di domenica servirà alla premier per rilanciarsi sul piano europeo e internazionale, insistendo che vanno tenuti ottimi e forti i rapporti con gli Usa.
E l'obiettivo geopolitico e strategico della leader di Fratelli d'Italia sarà quello di impedire che rinasca un nuovo asse Parigi-Berlino che sarebbe solo dannoso per il nostro Paese. Merz a Roma alla presidente del Consiglio potrebbe chiedere proprio lo scalpo del Mes, mettendola in forte imbarazzo, e allora lei in cambio potrebbe chiedere sia un'alleanza stabile sul dossier immigrazione sia di rompere la diarchia Germania-Francia inserendo stabilmente l’Italia nel gotha dei Paesi europei di primissimo piano e che davvero contano sullo scacchiere internazionale.