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Mes: pressing Renzi. Argine M5s, l'utilizzo non è partita su tavolo

Mes: pressing Renzi. Argine M5s, l'utilizzo non è partita su tavolo

I pontieri sono al lavoro per uscire dall’impasse della verifica, con il premier Conte che ha aperto all’ipotesi di un rafforzamento del governo. Renzi di fronte ad una iniziativa politica del presidente del Consiglio che preveda la convocazione di un tavolo per poi aprire la crisi, sarebbe disponibile ad un ‘Conte ter’.

Il Pd sul nome del premier fa muro, sempre che – e su questo punto c’e’ la convergenza con Iv – si sblocchi la partita sulle riforme e si esca, la tesi, dall’immobilismo. Ma il leader di Iv in queste ore ha rilanciato. Chiedendo che la trattativa ci sia prima sui temi, poi eventualmente sulla composizione di un nuovo esecutivo. "La soluzione è che nei Palazzi romani si smetta di chiacchierare e si diano più risorse alla sanità con il Mes per vaccinare le persone”, il pressing di Renzi.

L’’exit strategy’ sarebbe stata escogitata da Bettini e appoggiata dal ministro dell’Economia: utilizzare 12 miliardi dei 36 previsti dal fondo Salva-Stati. La bozza del ‘Recovery plan’ approderà sul tavolo di palazzo Chigi solo domani mattina. E’ previsto, tra l’altro, un aumento delle spese per gli investimenti. Ma sul Mes palazzo Chigi e i vertici del Movimento 5 stelle fanno muro. Nonostante il riferimento di Renzi proprio a Di Maio: “Fatico a capire come il ministro degli Esteri del Paese che riceve più risorse dall’Ue possa dire no al Mes per vecchie ruggini sovraniste".

Il responsabile della Farnesina non sarebbe disposto ad una apertura e cosi’ il premier secondo il quale il tema non è sul tavolo. La linea del presidente del Consiglio sull’argomento è quella di sempre: “Al momento opportuno sarà il Parlamento ad avere l’ultima parola”. Il primo passaggio sarà a febbraio in Europa sulla riforma, poi dovrà arrivare la ratifica delle Camere dopo qualche mese. E gli ortodossi M5s già alzano le barricate: “Noi abbiamo detto si’ alla riforma solo perché inserita in un pacchetto complessivo, con il no all’utilizzo del Mes e il mandato a Conte sul ‘Recovery’. Se saltano queste condizioni noi non diremo alcun si’ in Parlamento”, spiega un esponente di primo piano del Movimento 5 stelle. E intanto aumenta nei gruppi parlamentari l’insofferenza nei confronti di Renzi.

“Non può imporre la linea con il suo 2%”, il ‘refrain’. “Per il Mes non ci sono i numeri in Parlamento. Se ne faccia una ragione”, osserva un altro ‘big’ pentastellato. Già sabato scorso erano emersi i mal di pancia per come si sta delineando il quadro politico. Si è deciso di lasciare a Conte e a Renzi risolvere la ‘querelle’ ma allo stesso tempo si è registrata una divisione tra chi pensa che occorra seguire il premier fino alla fine e chi ritiene che bisogna pensare a terminare la legislatura, piuttosto che ‘salvaguardare’ senza se e senza ma il presidente del Consiglio. Stasera è prevista, invece, una riunione dei deputati che hanno chiesto al direttivo M5s informazioni sulla situazione.

“La verità – rilancia un altro membro del governo M5s – è che Renzi sta provando a indebolire sia Conte che il Movimento ma noi non daremo deleghe in bianco”. Insomma c’è la disponibilità a ragionare sul “rafforzamento della squadra” chiesto anche dal Pd ma non su temi come l’utilizzo del Mes. 

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