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Politica
Messe, la prima pietra perchè la Dc rinasca in fretta
Il premier Conte e Papa Francesco (foto Lapresse)

Di Marco Palmisano, Presidente Club Santa Chiara

 

Messe al plurale, si non è un errore. Perché è proprio dalla concordata riapertura delle S. Messe ai fedeli che, ieri, il Premier Conte ha messo la prima importante pietra per la rinascita della Democrazia Cristiana nel nostro Paese. Con te, si dirà nei cartelloni pubblicitari, ma con lui leader indiscusso.

 

La CEI, a seguito delle sollecitazioni di Papa Francesco, ha infatti smesso di protestare ed è andata a trattare col Governo, ottenendo che da Lunedi 18 si possano di nuovo riaprire le Chiesa al popolo e che, da Domenica 24 Maggio, in tutte le città italiane si possa di nuovo celebrare la S. Messa alla presenza dei fedeli.

 

Così, 29mila Parrocchie e altrettante Chiese non parrocchiali, con tanto di fedeli al seguito, costituiranno il primo vero grande esercito che il Premier Conte assolderà al seguito della sua nuova formazione politica che presto, a marzo 2021, vedremo comparire sulle schede elettorali. E se non sarà marzo 2021, sarà l’anno dopo, poco cambia, e forse anche meglio per tutti. La scelta della data dipenderà in gran parte dall’esito delle elezioni regionali che si dovranno tenere entro quest’anno, in Regioni molto importanti quali Veneto, Liguria, Toscana, Marche e Puglia.

 

Al momento i 5 stelle sono divisi in due anime, pro e contro elezioni anticipate, il PD non riesce a tenere in mano il cerino ancora per molto, mentre l’opposizione nel complesso, pur invocandole, arranca. Una massa di incoscienti che, invece di tentare di superare ogni divisione possibile per il bene del Paese, patisce lo scacco continuo delle nefaste manovre di palazzo dei due Matteo – Renzi e Salvini - che insieme bramano e tramano per liberarsi di questo Governo, seppur per ragioni diverse.

 

A questo punto, non so perché, ma viene da pensare che all’onesto avvocato Conte sia pur giusto riconoscere il merito di aver saputo tenere ben dritta la barra. Chissà che poi, come oggi la Chiesa, anche la gran parte del popolo, riconoscente, continui ad accordargli fiducia, per aver comunque saputo gestire con grande dedizione la più grave tragedia nazionale dal dopoguerra ad oggi. Non era di certo compito facile.

 

Ricordiamoci che nel dopoguerra si votò, causa la ricostruzione, nel ’48, quando la Chiesa con le sue 30mila parrocchie e i favolosi Comitati Civici di Gedda, portò la Dc al suo più grande successo elettorale. Oggi, 70 anni dopo, la Chiesa con la CEI sì sta schierando di nuovo, mancano solo i Comitati Civici di Conte. Ma presto arriveranno anche quelli. In molti si stanno già scaldando.

 

Per condividere vai a: www.MarcoPalmisano.com

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