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Politica
“Nì a Calenda. Il Mes? Non decide Conte”. Roma e Ue, parla il dem Marcucci

Era nell’aria, ormai quasi un fatto scontato. Mancava solo l’ufficialità, che è arrivata ieri sera: Carlo Calenda si candida a sindaco di Roma. L’ex ministro dello Sviluppo economico e leader di Azione ha infatti mollato le briglie e annunciato dagli studi di “Che tempo che fa” la sua corsa per il Campidoglio. Una decisione che spariglia soprattutto nel Partito democratico e sulla quale il segretario dem Nicola Zingaretti ha fatto presente come anche a Roma ci sia una “bellissima comunità di centrosinistra che si sta riorganizzando e sta discutendo un manifesto e un percorso per far decidere il candidato sindaco ai romani”. Per poi sottolineare anche: "Credo che la partecipazione popolare sia un immenso patrimonio per vincere le elezioni. Ho sempre detto che questo percorso è aperto a tutti coloro che vogliono partecipare e, quindi, anche a lui". Insomma, Zingaretti ha fissato i paletti, quelli delle primarie, per la scelta del candidato. Uno strumento che, però, a Calenda non piace.  Affaritaliani.it ha approfondito la questione con il presidente dei senatori Pd, Andrea Marcucci. Il senatore dem non si tira indietro e taglia corto: “Calenda è indubbiamente un candidato competitivo. Però credo debba decidere il Pd di Roma”. Sulle primarie, inoltre, invita a “ragionare insieme” perché sul piatto della bilancia pesa anche “la situazione sanitaria del Paese”. Più tranchant invece sul fronte del Mes, dopo le parole pronunciate ieri sera dal premier: “Ho trovato le considerazioni di Conte, su questo argomento, gratuite. Resto invece all'impegno che il presidente ha preso diverse volte con tutti. Deve essere il Parlamento a decidere”.

Presidente Marcucci, Calenda ha sciolto la riserva. Le piace come candidato sindaco? Meglio l'ex titolare del Mise che Raggi?
E' una domanda capziosa, Virginia Raggi in questi cinque anni si è dimostrata completamente non all'altezza. La situazione di Roma è purtroppo sotto gli occhi di tutti. Non c'è possibile confronto.

Certo, le distanze col Pd rimangono. Il suo appello al leader di Azione a rientrare nel Partito democratico qualche tempo fa è caduto nel vuoto. Con questa chiusura come si può pensare di sostenerlo e come può Calenda stesso pensare di avere l’appoggio dem?
Serve innanzitutto una alleanza larga, che abbia anche i connotati di uno schieramento civico. Come è noto, non credo debba essere il livello nazionale a decidere sui territori. Calenda è oggettivamente un buon candidato ed è indubbiamente un candidato competitivo. Però, credo debba decidere il Pd di Roma.

C’è appunto lo scoglio primarie che Calenda rifiuta. Come se ne esce, il Pd alla fine avrà un proprio candidato?
Lo vedremo. Ripeto, la decisione più importante spetta al Partito più rilevante della coalizione, ai suoi organi territoriali. Le primarie sono nel nostro dna, ma certamente non può essere ininfluente la situazione sanitaria che vive tutto il Paese. Ragioniamo insieme.

Condivide anche lei i timori di molti esponenti del Pd secondo cui Calenda sarebbe poco competitivo al secondo turno perché non raccoglierebbe i consensi Cinque stelle e, quindi, spianerebbe la strada al centrodestra? 
Io credo che gli elettori Cinque stelle che hanno votato la Raggi nel 2015 siano, se possibile, i più scontenti dell'operato della prima cittadina. Calenda può parlare a tutta la Capitale, anche oltre gli schieramenti. E comunque, le ricordo che un mese fa, in Toscana, in Campania, ed ancora prima in Emilia Romagna, ha vinto il candidato del Pd, in un'alleanza che non aveva al suo interno esponenti del M5s.

Cambiamo argomento. Sul fronte dell’emergenza sanitaria, proprio ieri, per la rima volta, Conte in maniera netta ha argomentato le sue ragioni del no al Mes. Ha vinto la linea M5s su questo fronte?
Ho trovato le considerazioni di Conte su questo argomento, gratuite e, come ha detto il mio collega Dario Stefano, superficiali. Resto invece all'impegno che il presidente Conte ha preso diverse volte con tutti. Deve essere il Parlamento a decidere. Le risorse del Mes servono all'Italia. E l'argomento non può essere affrontato in tre minuti di una conferenza stampa dedicata ad altro. Il presidente Conte ci aiuti a non fare confusione.

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