Palazzi & potere
Allontanarsi dalla Thatcher è stato l’errore della May: parla Capezzone
Theresa May è una figura politica da non sottovalutare: è stata per sei anni ministro degli interni, è un politico solido, efficace nel gioco tattico, competente sui dossier.
Ma la sua scommessa (andare al voto anticipato per ottenere una maggioranza più larga) è stata persa.
Ed è stata persa sul terreno delle idee. Ha creduto di allontanarsi dal thatcherismo, e di cercare un nuovo conservatorismo più paternalista, più statalista, più incline alla spesa e all’intervento pubblico.
Si è mostrata come una leader CDU più che come una leader Tory, si è avvicinata a logiche cristiano-democratiche europee, anziché proporsi in una genuina visione pro-mercato, anti-tasse, anti-burocrazia.
E la contraddizione si è rivelata esplosiva a maggior ragione in considerazione della prospettiva Brexit. Brexit imporrebbe all’Inghilterra di essere più coraggiosa sul taglio di tasse e burocrazia, sulla sfida contro l’interventismo statale. Paradossalmente (ma non troppo), proprio un atto coraggioso come Brexit richiede un leader visionario, un leader che creda nelle idee più che nel pragmatismo dei piccoli passi.
In ogni caso, i Conservatori hanno comunque una forte maggioranza relativa. Possono negoziare con una forza minore l’arrivo alla maggioranza assoluta. Ma a questo punto è realistico (i Tory non sono mai teneri con i leader che non vincono le loro partite…) che si apra una gara per la leadership, che ha tempi e regole precise. In un paio di mesi sapremo non solo chi, ma quali visioni si contenderanno la guida del glorioso partito conservatore.
Daniele Capezzone
Deputato Direzione Italia
@capezzone