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Palazzi & potere
Banca intesa? La multa esisteva. Il governo conferma
++ESPLOSIVO IN COMMISSIONE ESTERI (SCOMMETTIAMO CHE LA NOTIZIA SARÀ TACIUTA?). GOVERNO COSTRETTO A CONFERMARE (SU MIA INTERROGAZIONE) L'ESISTENZA DI UNA MULTA USA DI 235 MILIONI DI DOLLARI A UNA BANCA ITALIANA PER "TRANSACTIONS INVOLVING IRAN"+++
 
ECCO LA MIA INTERROGAZIONE, LA RISPOSTA DEL GOVERNO, LA MIA REPLICA. 
 
GOVERNO ITALIANO IRRESPONSABILE: CONTINUA A INVITARE LE IMPRESE ITALIANE A INVESTIRE IN IRAN, E OMETTE DI DIRE CHE C'E' RISCHIO DI FINANZIAMENTO AL TERRORISMO, E DI CONSEGUENTI SANZIONI VIOLENTISSIME DA PARTE USA
 
Nel dicembre scorso, il Financial Times di Londra pubblicò la notizia di un maxi-multa (235 milioni di dollari!) verso Banca Intesa, disposta dal dipartimento dei servizi finanziari dello stato di New York per violazioni della normativa sul "money laundering" a proposito di "transactions involving Iran". Avete capito bene: 235 milioni di dollari. Avete letto nulla sulla stampa italiana sul tema? 
 
Nella prima foto, la mia interrogazione presentata il 20 dicembre, pochi giorni dopo l'uscita della notizia sulla stampa internazionale (non qui...), a cui il Governo ha risposto ieri, cinque mesi dopo, in Commissione Esteri, per bocca del sottosegretario Della Vedova, che ha riferito "gli elementi forniti dal Ministero dell'Economia".
 
Nelle cinque foto successive, la risposta del Governo. 
 
 
Ed ecco la sintesi della mia replica in Commissione:
 
Lascio da parte la circostanza che una parte della risposta del Governo è di fatto sovrapponibile (quale l'originale e quale la fotocopia, c'è da chiedersi?) a una nota di Banca Intesa. 
 
Lascio da parte il fatto che potete pure chiamarlo "agreement", ma sempre di una multa si tratta, e di una multa di importo enorme: 235 milioni di dollari!
 
Lascio anche da parte considerazioni geopolitiche complessive: come potete considerare un interlocutore un regime teocratico supporter del terrorismo, e che ha come obiettivo la distruzione dello stato di Israele? E come potete farlo proprio mentre il Presidente americano, ospite in queste ore in Italia, si esprime in modo giustamente duro su Teheran?
 
In ogni caso, nelle pieghe della risposta ci sono conferme esplosive. Bankitalia - dunque - ammette che l'Iran resta incluso nei paesi ad alto rischio, in particolare in tema di antiriciclaggio e finanziamento del terrorismo. 
 
Ma il punto è tutto politico. Vale per questo governo e per i governi precedenti. Ora ci dite che "adotterete linee guida", ma il danno è già fatto. 
 
L'allora premier Renzi invitò a Roma Rouhani, peraltro incartando le statue del Campidoglio, per spingere sulle intese con l'Iran. Pochi mesi dopo, ancora Renzi, a New York, a margine dell'Assemblea generale delle Nazioni Unite, incontrò di nuovo Rouhani dichiarando (così scrisse la stampa iraniana) di essere pronto ad "any action" per rafforzare la cooperazione politica e commerciale con Teheran. Sono iniziate (il tema è oggetto di una mia interrogazione ancora senza risposta) anche manovre militari e navali congiunte tra marina italiana e iraniana. L'allora ministro degli esteri italiano, l'allora (e attuale) ministro della giustizia, l'allora (e attuale) ministro della sanità ebbero incontri con i vertici del regime. 
 
Organizzaste anche una Fiera a Roma, pochi mesi fa, per spiegare alle imprese italiane com'era bello e com'era sicuro trattare con l'Iran. C'era anche lei, sottosegretario, nell'ampia delegazione governativa. 
 
Oggi esce fuori la realtà. Con una mano, avete incoraggiato le imprese (che legittimamente cercano un mercato) a trattare. Ma con l'altra mano vi siete dimenticati di indicare loro i rischi. Anche transazioni condotte correttamente da parte italiana possono determinare movimenti di denaro utilizzati da Teheran per finanziare il terrorismo. E ogni corte di un singolo stato Usa può intraprendere azioni legali e giudiziarie pesantissime. 
 
Sarebbe l'ora di dire alle imprese italiane cosa rischiano, a cosa si espongono e a cosa le esponete.
 
Daniele Capezzone 
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