Palazzi & potere
Consip? No, è guerra Renzi-Travaglio

I difensori non possono dirlo ufficialmente, scrive il quotidiano La Verità, ma sono convinti che questa indagine sia l'ultimo atto di uno scontro con l' ex premier Matteo Renzi, partito nel 2015, quando, sempre il Fatto quotidiano, pubblicò una telefonata dell'allora sindaco di Firenze con il generale Michele Adinolfi (in cui il fu Rottamatore annunciava la defenestrazione di Enrico Letta da Palazzo Chigi), registrata durante un' altra indagine di Woodcock e pubblicata senza omissis dopo il trasferimento del fascicolo d' inchiesta a Modena.
Il primo a pagare per quella fuga di notizie è stato il colonnello Sergio De Caprio, all'epoca vicecomandante del Noe, oggi parcheggiato all' Aise, i nostri servizi segreti esteri. Adesso sarebbe arrivato il turno di Woodcock, che ci sarebbe ricascato, mettendo sotto intercettazione babbo Tiziano Renzi e registrando nuovamente la voce del vendicativo Matteo.
Nella sua carriera il pm anglo-napoletano aveva subito molti attacchi trasversali per i risultati delle sue inchieste considerate dai detrattori inconcludenti e sensazionalistiche. Ma lui era rimasto sempre in sella.
Sino a quando, continua la Verità, sulla sua strada ha trovato i Renzi, l'unico tempio intoccabile della Penisola. Su di loro e i loro affari opachi (ampiamente descritti su questo giornale e nel libro I segreti di Renzi del direttore Maurizio Belpietro) sembra vietato indagare. O per lo meno farlo sul serio.