Conte in crisi: non sa come chiudere la verifica di governo - Affaritaliani.it

Palazzi & potere

Conte in crisi: non sa come chiudere la verifica di governo

Conte in crisi: non sa come chiudere la verifica di governo

È un caso che proprio in questi giorni Michele Anzaldi stia facendo fuoco e fiamme contro la legge pro-albergatori considerata da molti una legge «ad personam»? È un caso che Matteo Renzi abbia rinviato l'incontro con il premier Giuseppe Conte e subito dopo abbia postato una foto che lo ritrae sorridente con il neo presidente degli Stati Uniti Joe Biden? È un caso che proprio in queste ore Renzi stia chiedendo cambiamenti al vertice dei «servizi» suggerendo al Premier ben due nomi fino ad oggi tenuti gelosamente custoditi (Fiano e Rosato)? Ed è un caso, continua in un informatissimo retroscena Italia Oggi, che sempre il leader toscano abbia suggerito a Conte di farsi vedere a Washington in occasione dell'inaugurazione della Presidenza Biden? No, niente di tutto questo accade per caso ma è parte di una più ampia e complessa partita a scacchi che Matteo Renzi è intenzionato a giocare fino in fondo, senza lasciare nulla di intentato.

Ecco perché dalle parti di Italia Viva continuano a dire che «non può più essere un uomo solo, non può essere solo il presidente del Consiglio a decidere». «Renzi non farà marcia indietro perchè c'è in ballo molto di più di un semplice rimpasto», dice sicuro un esponente della maggioranza. E allora come spera di farcela Conte? Dopo l'incontro con Matteo Renzi «il presidente del consiglio chiederà una pausa nella verifica di governo per far decantare la situazione». Alla democristiana. Il resto si vedrà. Perché a sentire le dichiarazioni ufficiali l'inizio della verifica è andata bene. Ma sotto sotto le cose non stanno affatto così: Conte ha iniziato questa «liturgia» da prima Repubblica senza avere un'idea su come chiuderla.

Inoltre c'è chi, come il Pd, è molto preoccupato sul fatto che alla Camera il bilancio è bloccato proprio dai 5 Stelle sulla canapa, sull'ecobonus e sulla riduzione delle tasse.

Per questo i momenti di maggiore tensione si sono registrati alla fine delle riunione con Conte, quando sono arrivate le dichiarazioni di Di Maio e Crimi che parlavano proprio di mantenimento dell'ecobonus e di riduzione delle tasse: «Significano 9 miliardi, non ci sono i soldi. Lo capiscono? Parlano di rafforzare il governo e poi innescano delle bombe come questa», spiega un deputato piddino di alto rango.

Che aggiunge: «Zingaretti ha chiesto a tutti di fare un passo in avanti. Se la risposta di Di Maio e Crimi è questa, tutta identitaria, allora ci piacerebbe capire a che gioco giocano i 5 Stelle. Ma forse sono proprio loro che voglio far cadere Conte, altro che Renzi...».

Insomma, la verifica è iniziata, ma chissà quando (e soprattutto come) finirà. Anche il tema del rimpasto rimane fortemente sul tavolo tanto che c'è già chi ipotizza il nuovo assetto: Di Maio e un esponente Pd (il prescelto potrebbe essere Orlando) come vicepremier, con Renzi alla Farnesina e Di Maio al Viminale.