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Palazzi & potere
Crisi di governo: Conte spera nell'aiuto di Gianni Letta
(fonte Lapresse)

In attesa di capire che fine farà il Conte 2 alla Camera e, soprattutto, se basteranno i responsabili ora divenuti "costruttori" grazie ad un'abile operazione di marketing politico, ci si interroga sulle prossime mosse del premier. Tra queste, visto che la ricerca dei responsabili si sta rivelando un'impresa fallimentare rimanendo ben al di sotto di quota 161 al Senato, gira voce con sempre più insistenza che il premier potrebbe intervenire in Aula alla Camera per poi non attendere il voto di fiducia e recarsi al Colle per rassegnare le dimissioni. La cosa gli consentirebbe di dar vita a un Conte ter, frutto di una nuova maggioranza politica, di cui i "costruttori" sarebbero la quarta gamba assieme a Pd, M5s e Leu. Tra i fedelissimi del premier si dice comunque che "lunedi' alla Camera e poi martedi' al Senato (se il premier vorrà presentarsi comunque) il governo superera' lo scoglio. "Il problema è che i numeri non saranno entusiasmanti quindi bisognerà fare una crisi lampo per consentire al presidente Conte di presentare una nuova squadra di governo". Impresa comunque non facile visti anche i tempi stretti chiesti da Mattarella che certamente farebbe sentire tutta la sua "moral suasion" se la prossima settimana ci si dovesse trovare di fronte ad un "governo di minoranza". Perché questo è il vero terrore del Colle: che Conte sia comunque intenzionato ad andare avanti anche con un governo di minoranza nel momento storico più difficile dell'intera vita della della Repubblica Italiana. "Tra Palazzo Chigi e Quirinale non c'è più la sintonia di un tempo" spiegano fonti molto bene informate. "Una volta i due si intendevano ad occhi chiusi, ora non è più così". Ma Conte, per raggiungere numeri soddisfacenti sul fronte "responsabili" avrebbe anche un'altra carta da giocare, quella di Gianni Letta in ottimi rapporti sia con lui che con Goffredo Bettini. L'interlocuzione tra i tre è sempre più fitta in questi ultimi giorni. E sono in molti a pensare che potrebbe proprio essere il braccio destro di Silvio Berlusconi alla fine a togliere le castagne dal fuoco al premier, consentendogli in extremis di rimpolpare la lista dei responsabili. Se l'operazione andasse in porto, Silvio Berlusconi avrebbe un'autostrada spalancata per il Quirinale. Aiutare il governo, tramite il suo braccio destro, per Berlusconi significherebbe essere, più di chiunque altro, il candidato naturale a prossimo Presidente della Repubblica.

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