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Palazzi & potere
Forza Italia, la vera strategia di Toti: leader con i voti della Lega

Alessandro Sallusti, in un editoriale sul Giornale, commenta l'appello lanciato ieri dall'ex premier Silvio Berlusconi su l'"Altra Italia", nel giorno in cui peraltro Forza Italia riunisce a Roma il "tavolo delle regole" per decidere il percorso del suo futuro. "Di fatto un nuovo 'predellino' - si legge -, meno scenografico dei precedenti ma altrettanto innovativo. Capiremo nelle prossime ore se questo, al di là delle parole ufficiali, è l'anticamera della trasformazione di Forza Italia in un nuovo soggetto politico o altro. Detta così, sembra l'ultima follia del folle (è una sua autodefinizione) Silvio Berlusconi. Perché mai una Lega in ascesa vertiginosa e Fratelli d'Italia in crescita dovrebbero condividere - che in politica significa dividere - il loro momento magico? Domanda legittima e fondata se si ritiene che la politica non sia anche ma soltanto numeri e poltrone. Qualora invece si tornasse a immaginare qualcosa che oltre a vincere sia anche in grado di governare con efficienza, rispettare le promesse elettorali e non fare da stampella ad avversari di fatto (come lo sono Lega e Cinque Stelle), ecco allora che la follia di Berlusconi appare meno folle di quanto sembri a prima vista. Questo governo è la prova che i numeri da soli non bastano. Solo ieri Salvini e Di Maio hanno dovuto rompere sulla riforma della giustizia e incassare dall'Istat la conferma che la crescita del Paese è allo zero assoluto. Che se ne fanno, che ce ne facciamo noi di tanto successo? Dove sta il beneficio? Un ampio e diverso schieramento politico omogeneo, tipo l'Altra Italia, potrebbe invece vincere più facilmente e governare meglio. A patto che si rispettino i pesi e le autonomie dei componenti il patto. Il che, tradotto, significa che Forza Italia deve continuare a essere, in una alleanza o federazione che sia, la componente moderata, liberale e pluralista che è stata fino ad ora e non una colonia della Lega o di Fratelli d'Italia. Questa condizione credo sia indispensabile e irrinunciabile, ma non penso che tutti i dirigenti ne siano consci. Per esempio mi insospettisce l'ostinazione con cui Giovanni Toti sta pretendendo che il nuovo gruppo dirigente di Forza Italia venga scelto attraverso primarie aperte a tutti i cittadini e non con primarie chiuse ai soli iscritti. Non è mistero che Toti sia molto vicino alla Lega (in Liguria ha vinto e governa grazie ai suoi voti) e a Fratelli d'Italia (alle Europee fece campagna elettorale per quel partito e quindi contro Forza Italia, oltre a essere ospite fisso in qualsiasi evento della Meloni). Il sospetto - non solo mio - è che lui punti a diventare leader di Forza Italia, grazie a primarie aperte a tutti, con i voti di militanti e simpatizzanti della Lega e di Fratelli d'Italia messi gentilmente a sua disposizione da Salvini e dalla Meloni. Il che configurerebbe una specie di truffa non certo a vantaggio di chi pensa ancora a una Forza Italia libera e indipendente. Non sentiamo proprio la necessità di un partito fantoccio".

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