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Palazzi & potere
Il fallimento clamoroso: il governo del “Rottamatore” doveva fare argine a M5S

Ma dopo tre anni “etruschi”, ora il M5s è più che mai in rampa di lancio. Hanno dimenticato il motto “It’s the economy, stupid…”



Quando si scriverà la piccola storia di questi anni italiani, occorrerà (sine ira et studio) riflettere sulle ragioni che indussero Giorgio Napolitano (ed altri) a puntare su Matteo Renzi in modo così netto e senza subordinate, all’inizio del 2014.

Il calcolo era chiaro: fermare i Cinquestelle. E, per farlo, mettere in campo (senza neanche passare dalle elezioni) un “campione” giovane, con requisiti e connotazioni “anti-casta” (“il Rottamatore”), con una base parlamentare di sinistra, un po’ di acquisizioni (nazarene e non) a destra, e soprattutto con la capacità di parlare agli elettori ex berlusconiani.

Dopo tre anni, gli strateghi (nella versione di greco al liceo, “oi strategoi”) che hanno partorito questa impostazione dovrebbero andare a nascondersi.

Non solo Renzi è stato travolto (nonostante un sostegno venezuelano delle tv e di ogni pezzo piccolo-medio-grande di establishment), ma i Cinquestelle sono più che mai in rampa di lancio, nonostante la loro incompetenza e inconsistenza programmatica.

Colpa anche del vuoto drammatico nel centrodestra, non c’è dubbio. Solo le primarie possono rianimare una speranza: qui lo scriviamo da mesi e mesi. Ma colpa soprattutto di “élites” autoreferenziali che hanno dimenticato il motto: “It’s the economy, stupid!”.

Renzi ha avuto tre anni magici (il Quantitative Easing, il petrolio basso, l’euro basso) per lavorare sulle vere malattie italiane: tasse, spesa, debito. Un’opposizione piccola ma seria (noi Conservatori e Riformisti) ha per tre anni offerto (con emendamenti tecnicamente ammissibili) la ricetta dello shock fiscale, con un taglio simultaneo e secco di tasse e spesa per oltre 40 miliardi. Ci si è risposto solo e sempre no: preferendo gli 80 euro, gli zero virgola, e la playstation di Senato e Italicum.

Ora – per cortesia – non si dica che è stato il No ad aiutare i grillini, confondendo un’altra volta cause ed effetti.


Daniele Capezzone
Deputato Conservatori e Riformisti
d.capezzone@gmail.com
@capezzone

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renzidaniele capezzone





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