Palazzi & potere
Il Quirinale a caccia di outsider per parare la vittoria del No
Il messaggio di Mattarella a Renzi: non sciolgo le Camere se perdi il referendum. Ma l' ipotesi più probabile è un incarico bis.
Matteo Renzi ha smesso da tempo di dirlo. «Spersonalizzare» il referendum di novembre sulla riforma costituzionale ed evitare che si trasformi in un plebiscito pro o contro il suo governo è diventata la parola d' ordine, in casa Pd.
Ma il premier non ha certo smesso di pensarlo: se il no alla modernizzazione della Carta e alla fine dell' anomalo bicameralismo italiano dovesse davvero prevalere, lui ne trarrà le conseguenze, come promesso: «Un attimo dopo salgo al Quirinale». Tanto più che è proprio dal fronte dei suoi nemici che si leva insistente un coro di inviti a restare: dal grillino Luigi Di Maio, che ha più volte ripetuto che il Movimento Cinque Stelle «non chiederà le dimissioni del premier», a Pier Luigi Bersani che dice: Renzi resti al suo posto anche in caso di sconfitta. Ovvio l' obiettivo, come ben sa Renzi, scrive il Giornale: lasciarlo a Palazzo Chigi, indebolito e ostaggio di una maggioranza in fibrillazione, per consumare definitivamente quel che resta della sua leadership e impedirgli una seconda chance nella complessa partita che si aprirebbe.