JP Morgan tutto può. Do you know TISA? - Affaritaliani.it

Palazzi & potere

JP Morgan tutto può. Do you know TISA?

Le partite in corso per il SI al referendum e il salvataggio Monte Paschi. L'accusa di Lannutti 

Alto tradimento. E’ questa la pesantissima accusa contro il premier Matteo Renzi presentata alla Procura di Roma da Elio Lannutti, presidente di Adusbef, l’associazione a tutela dei risparmiatori, e sottoscritta da alcuni portavoce del movimento 5 Stelle. Non è certo finita qui, scrive la Voce delle voci (http://www.lavocedellevoci.it/?p=8329), perchè il j’accuse è indirizzato anche contro il vero burattinaio, il colosso della finanza statunitense Jp Morgan, che in questi giorni ha in mano il “salvataggio” del Monte dei Paschi di Siena.

Partiamo dalle parole di Elio Lannutti nel corso di un’intervista a Colorsradio, il 26 ottobre, sugli scandali del Monte dei Paschi di Siena: “Scene da brividi, un titolo che schizza, raddoppia, viene sospeso per eccesso di rialzo, dopo la presentazione del piano industriale perde il 15 per cento. L’azionariato cambia pelle, c’è forte odore di maxi speculazioni. Nel frattempo cosa fanno Bankitalia e Consob? Dormono. Adusbef cerca di fare cose concrete, abbiamo appena presentato una denuncia”. Da novanta. Per attentato all’articolo 90 della Costituzione. E al cui cospetto il Watergate è un bruscolino.

TUTTI I MEETENGS CON BLAIR

23 ottobre. Ferdinando Imposimato, sempre a proposito del bubbone Monte Paschi e dell’interventismo Usa, lancia una bordata per far aprire gli occhi agli italiani: “signor Presidente del Consiglio, in tv e sulla stampa qualcuno sostiene – scrive il più votato dai cittadini per la carica di Capo dello Stato – che per lo sviluppo della nostra economia, occorre il SI alla riforma, che favorisce la vendita del Monte dei Paschi di Siena alla banca John Pierpont Morgan. Ma lei, signor Premier, ignora che la JP Morgan, possibile acquirente di MPS, è stata condannata dal dipartimento della Giustizia Usa a pagare la penale di ben 31,6 miliardi di dollari, per gravi inadempienze commesse prima, durante e dopo la crisi finanziaria del 2007, con un crollo verticale del mercato immobiliare e centinaia di famiglie buttate fuori casa con procedure approssimative?”.

Continua Imposimato: “è grave che il ministro dell’Economia Pier Carlo Padoan, parlando a nome del premier, abbia chiesto all’amministratore delegato Mps di farsi da parte, comunicando al presidente del Monte Paschi, Massimo Tononi, il nome del nuovo amministratore delegato, Marco Morelli, designato da JP Morgan e dal Governo. Nonostante Morelli provenisse da JP Morgan e, quale vicedirettore generale, nel 2013 fosse stato multato dalla Banca d’Italia per il finanziamento Fresh attivato da Mps sotto la guida di Giuseppe Mussari. E nonostante – continua Imposimato – la direttiva europea CRD4 su requisiti, onorabilità e adeguatezza dei banchieri, recepita dal Parlamento italiano a maggio 2015, stabilisca che le pene della Vigilanza siano tra i requisiti per decidere l’adeguatezza del banchiere nominato”. Parole dure come macigni.

Commenta un analista a piazza Affari: “niente di cui stupirsi, al popolo puoi somministrare di tutto, tanto spesso e volentieri non se ne accorge. Qualcuno ha detto mai qualcosa per l’incredibile segreto di Stato apposto proprio un anno fa da Renzi proprio sui contratti dei derivati? Bene: se un cittadino o un giornalista che voglia fare sul serio informazione intende far conoscere le clausole contrattuali imposte dalle banche ai clienti per quanto concerne la vendita di hedge fund, non può essere accontentato. Perchè? Perchè il governo Renzi ha messo il segreto di Stato. Sanno anche i bambini che il segreto di Stato può essere invocato solo in materie delicatissime, ad esempio se è in discussione la sicurezza della nazione. Ebbene, tutto ciò vuol dire che per Renzi la sicurezza è rappresentata dagli interessi delle grandi banche, della grande speculazione finanziaria, dei maxi speculatori che truffano gli sciagurati risparmiatori. Altro che parlare poi di risarcimenti!”.

UN CARRO ARMATO CHIAMATO “TISA”

Non può mancare, però, la classica ciliegina sulla torta. Confezionata con ingredienti unici: o meglio, altrettanto segreti (come si conviene per le ricette dei veri chef). Si chiama TISA, che sta per “Trade in Services Agreement”, denominazione all’apparenza asettica, a prima vista destinata ai commercianti. E’ invece il grimaldello per andare al cuore delle economie NAZIONALI. 
CIAO

La bozza del trattato “Tisa” è andata parzialmente in rete a metà 2014 grazie ai Wikileaks di Julien Assange, in queste ore sotto assedio – ovviamente – da parte degli Usa per le rivelazioni sul MailGate di Hillary Clinton. “Un accordo segreto a livello internazionale che punta a smantellare il ruolo dei governi nella finanza e aprire la strada a politiche ultraliberiste”, è stato il commento di una ricercatrice universitaria fuori dal coro, Jane Kelsey, docente alla facoltà di legge ad Auckland, negli States. E’ stato firmato nel 2014 dai leader di 50 paesi, TISA, tra cui of course il nostro Renzi: non lo hanno sottoscritto i Brics, ossia Brasile, Russia, India e Cina. Secondo i patti, tutto deve restare strettamente segreto per almeno 5 anni dalla firma (per cui si arriva al 2019).

Dettaglia Jane Kelsey: “il Trade Agreement è in grado di determinare le politiche dei maggiori Paesi a capitalismo avanzato evitando qualsiasi discussione nel merito nei parlamenti degli stati interessati. Qualcosa di simile a quello che accade per il Trattato Transatlantico sul Commercio e gli Investimenti, il TTIP, rispetto al quale il TISA si muove su una sorta di ‘binario parallelo’, e segreto”.

L’obiettivo è semplice: “eliminare – precisa Wikileaks – tutte le leggi nazionali che sono considerate ‘ostacoli’ al commercio dei servizi in ambito finanziario, eliminando anche quelle norme che sono state introdotte, o suggerite, in seguito alla crisi del 2008. Per esempio, i limiti alle dimensioni degli istituti finanziari, imposti in alcuni Paesi per evitare il ripetersi di operazioni di salvataggio obbligate nei confronti di quei soggetti troppo grandi per fallire”. Parole del 2014 che calzano a pennello per il giallo sul salvataggio del Monte dei Paschi di questi giorni.

Continua l’analisi di Wikileaks: “Le proposte presentate nella bozza del Tisa si occupano anche di altre questioni, come la privatizzazione della previdenza e delle assicurazioni, l’eliminazione degli obblighi di divulgazione delle operazioni off shore nei paradisi fiscali, il divieto di imporre un sistema di autorizzazioni per nuovi strumenti finanziari (come i derivati) o di regolamentare l’attività dei consulenti finanziari”. Lo stesso copione messo in scena con il segreto di stato proprio sui derivati.

Altra sorpresa dal magico cilindro di Tisa. Si potrà arrivare addirittura a “un sistema sanzionatorio che corre su binari e canali ‘paralleli’ rispetto alla giustizia ordinaria. Se un’azienda ritiene che lo Stato estero in cui opera viola il trattato, può far ricorso a un tribunale speciale che agisce come organo arbitrale, in cui non sono previste udienze pubbliche. Lo Stato condannato ha due scelte: cancellare la legge in questione o risarcire l’azienda”.