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Palazzi & potere
L' Italia diventa provincia d' Arabia. da colonizzatori a colonizzati

I capitali degli sceicchi stanno acquisendo i centri del potere finanziario e industriale Banche, fashion, immobili, turismo, energia e quartieri storici delle grandi città.

Si sono affacciati con curiosità poi siccome l' appetito vien mangiando hanno cominciato ad accaparrarsi dei gioielli più appetitosi e strategici del made in Italy. Quella dei ricchissimi arabi è diventata una sorta di bulimia: moda, immobili, hotel, banche e grande imprese strategiche dall' energia alla difesa fino a quel simbolo italiano che è l' Alitalia. Un' attenzione che viene da lontano. Guadagnò grandi titoli sui giornali nel 1976 la mossa della Lafico, la holding finanziaria di Muhammar Gheddafi, entrata in Fiat con ipetrodollari rilevando quasi il 10%. «I libici? Si comportano come banchieri svizzeri» aveva detto Giovanni Agnelli. La quota è poi stata progressivamente ridotta fino in pratica ad azzerarsi.

Negli ultimi dieci anni è stata una corsa ad accaparrarsi i pezzi migliori dell' Italia.

Tanti avamposti economici che preludono ad una colonizzazione culturale anche se, da abili strateghi, gli arabi procedono con circospezione. Una volta messe le mani sul bottino lasciano ai piani alti la dirigenza italiana ma le decisioni vengono prese ad Abu Dhabi o a Dubai.

Non è difficile pensare che i legami finanziari possano avere un risvolto politico. Non c' è ostacolo alla loro avanzata che anzi viene favorita. Nel 2014 il Fondo strategico italiano, emanazione della Cassa depositi e prestiti, ha cre ato una joint venture con il fondo sovrano del Qatar per l' acquisizione di quote in aziende della penisola. La società si chiama Fsi Investimenti e vanta partecipazioni strategiche.

La società, per dire, ha il 46,2% in Metroweb Italia, strategico operatore infrastrutturale per la fibra ottica; il 44,5% in Ansaldo Energia, leader nella produzione di turbine a gas eavapore; il 49,5% in Valvitalia, produttore di valvole per l' industria petrolifera; il 49,9% in Sia, realizzatore di sistemi di pagamento elettronici per banche centrali e pubbliche amministrazioni; il 25,1% in Kedrion, gruppo che produce plasmaderivati per uso terapeutico. Inoltre ha una quota di Rocco Forte Ho tels, gruppo attivo nella gestione degli alberghi di lusso, e di Trevi, gruppo specializzato nel settore dell' ingegneria del sottosuolo.

Parlando di arabi, scrive laura della pasqua sul tempo, viene subito in mente l' ingresso in Alitalia di Etihad, la compagnia aerea di Abu Dhabi, ma si tratta solo della punta dell' iceberg.

A Milano i centri del potere parlano arabo. Il palazzo della Regione Lombardia, uno dei simboli della nuova Milano, è di proprietà del principe Khaled bin Al Waleed Al Saud, figlio di quell' Al Waleed che fu a lungo tempo socio di Mediaset. Spostandoci nel modernissimo quartiere di Porta Nuova scopriamo che appartiene al fondo di investimento del Qatar e che 25 palazzi della zona sono in mani mediorentali. Dagli immobili alle banche il passo è breve. Unicredit ha come primo socio il fondo Aabar, con sede ad Abu Dhabi. Il centro del business per eccellenza, Piazza Affari, non è sfuggita alle attenzioni arabe; attraverso la casa madre London Stock Exchange, è controllata dalla Borsa di Dubai (ha il 17,4% del capitale) e dalla Qatar Investment Authority (10,3%). Che dire poi del turismo di lusso, la ciliegina sulla torta dei loro investimenti. Sempre il fondo del Qatar ha messo le mani sulla Costa Smeralda holding, la società che controlla i più celebrati resort turistici sardi.

Molti tra i più grandi alberghi della penisola sono ormai loro come il St. Regis di Roma e il Four Seasons di Firenze. E siccome si muovono nella fascia alta di qualsiasi settore, privilegiando le grandi imprese, amano soprattutto i grandi brand della moda: in poco tempo si sono comprati Valentino e Ferré.

Non potevano mancare le grandi aziende strategiche. La Kuwait Petroleum, società petrolifera dell' omonimo emirato, ha vinto 4 lotti su 5 di un appalto del ministero dell' Economia per la fornitura di carburante alle pubbliche amministrazioni italiane attraverso la gara organizzata dalla Consip.

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