Dalla relazione annuale sulla politica dell’informazione per la sicurezza 2020 emerge il ritratto di due realtà autonome e distinte, in certi casi intercomunicanti e in altri no. La congiuntura epidemica, scrive L'Intellettuale Dissidente (https://www.lintellettualedissidente.it/controcultura/italia/le-due-italie-secondo-lintelligence/) ha dato un’accelerata inaspettata e inopinata ai processi di digitalizzazione dell’economia e del lavoro. Il divieto di aggregazione fra persone fisiche per motivi sanitari ha provocato l’elevazione dello spazio web ad un unico e possibile luogo di aggregazione sociale. Nel 2021 queste affermazioni preliminari possono suonare ingenue e banali, ma chi si è cimentato nella lettura di questa relazione sa che non è così. Il mutamento fondamentale avvenuto è il seguente: ora lo spazio web non solo motiva, guida e determina l’agire nel mondo “reale”, ma esso ha assunto una sua autonomia essenziale. Il mondo virtuale è diventato fine a sé stesso. La formazione di queste due dimensioni coinvolge ogni livello dell’azione dello stato: nuovi fenomeni inediti (e non solo) ora ineriscono esclusivamente all’Italia virtuale, altri all’Italia territoriale e infine vi sono quelli che fungono da collegamento fra le due nuove dimensioni. Parlare di “Italia virtuale” e “Italia territoriale” al posto di “Italia virtuale” e “Italia reale” permette di evitare che con l’aggettivo “reale” si sminuisca l’effettività della prima. L’analisi di tutte le dinamiche prese in considerazione nella relazione ci permetterà di comprendere questa distinzione.
Palazzi & potere
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