Palazzi & potere
Lega + Cinquestelle = Mediobanca
Guarda un po' chi si rivede: Mediobanca. A fare da sensale nel chiacchierato matrimonio tra Lega Nord e Movimento 5 Stelle c' è pure Piazzetta Cuccia, che da anni tesse segretamente la tela dei rapporti con Casaleggio, il Rasputin del Movimento. Con discrezione. Non potrebbe essere diversamente, visto che finora Mediobanca si è spesa prima per Mario Monti e poi per lo stesso Matteo Renzi. Il banchiere - si sa - deve badare al business, e sono in ballo numerose partite che nei prossimi mesi passano da Palazzo Chigi, di cui è meglio non suscitare le ire: Telecom, Generali, le partecipate di Cassa Depositi e Prestiti. E l' anno prossimo c' è la grande abbuffata: Enel, Eni, Poste. Anche per Piazzetta Cuccia è ormai difficile influenzare Palazzo Chigi. Renzi si è emancipato presto dall' abbraccio dei molti «amici» che hanno permesso la sua ascesa trionfale. Per Alberto Nagel, amministratore delegato un po' in disgrazia di Mediobanca, è meglio guardare quindi a Via Morone, sede di Casaleggio. Fondere assieme la borghesia inferocita leghista e la ricerca di nuove tutele sociali penta stellata è un' operazione difficile ma è quello di cui ha bisogno Mediobanca per tentare in articulo mortis di tentare a continuare a dare le carte. E se anche Carlo Freccero, espresso dai grillini nel Cda Rai, vede bene la «Santa Alleanza» Lega-M5S, è segno che qualcosa bolle. Non a caso Luca Lotti, l' uomo più introdotto nelle stanze del potere, cerca di correre ai ripari.
Come? Accelerando il più possibile, scrive bisignani sul tempo, quello che non si chiamerà «Partito della Nazione» ma che molto gli assomiglierà. Intanto Casaleggio è al lavoro, perché sa che il vento della protesta sale impetuoso e che i parlamentari della Lega e di Cinque Stelle si sentono pronti per governare.