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Palazzi & potere
Lega, Salvini e l'Europa. Le mosse future del Capitano leghista: retroscena

Se pensavate di vedere Matteo Salvini strapparsi i capelli per il possibile avvio della procedura di infrazione da parte di Bruxelles sbagliate di grosso, rivela Dagospia: "La procedura di infrazione? Non ci stracceremo le vesti per le letterine di Pierre Moscovici, uno che manda ultimatum all'Italia ma che sta già con gli scatoloni in mano".

Questa la linea data dal quartier generale leghista a tutti i suoi uomini appena appresa la notizia della possibile apertura della procedura di frazione. Insomma, la parola d'ordine è mantenere la calma e non dare pretesti all'establishment europeo ed italiano per ulteriori attacchi che possano far salire la febbre dello spread. Tanto, "la vera trattativa la faremo nei prossimi mesi con i nuovi commissari e con i nuovi equilibri politici del parlamento europeo".

E a proposito di nuovi commissari, scrive in un super informato retroscena Dagospia, anche di questo si è cominciato a parlare nei recenti incontri avuti dagli sherpa di Lega e 5Stelle con gli uomini del Colle. Il Capo dello Stato ha già fatto sapere che gradirebbe un nome di alto profilo ed europeista. L'identikit porta dritto dritto ad Enzo Moavero Milanesi, nome graditissimo al Colle nonché personaggio di mediazione tra le due anime del governo, quella grillina e quella leghista (basti ricordare le più recenti interviste di Moavero, sempre in perfetta sintonia con il Capitano leghista).

Il Colle è dir poco spaventato dal ritrovarsi un leghista a Bruxelles mentre i grillini starebbero cercando di scongiurare l'ipotesi che li vede obbligati dopo il patto tacito stipulato tra Di Maio e Salvini nei fatidici giorni del contratto di governo: il commissario lo decide il leader dei due partiti che avrà ottenuto più voti alle elezioni europee. E siccome il patto tra gentiluomini non è stato mai smentito da nessuno è da ritenersi ancora vigente. Ma nel frattempo i rapporti tra i due si sono a dir poco deteriorati e quindi potrebbero esserci sorprese.

Ma oltre a Moavero c'è un altra carta che al momento si vorrebbe tenere riservata e che qualcuno dalle parti del Quirinale vorrebbe mettere sul piatto: quella di Mario Draghi. Un nome che potrebbe fare molto comodo all'Italia (e che difficilmente sarebbe contestabile dai partner europei) se andasse a sedersi sulla poltrona che attualmente è appannaggio di Pierre Moscovici. L'uomo delle letterine.

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