Partiti, la corsa ai soldi occulti dei "benefattori" mascherati - Affaritaliani.it

Palazzi & potere

Partiti, la corsa ai soldi occulti dei "benefattori" mascherati

Grazie a una norma del Garante della privacy Soro si può bypassare una legge del 1981, incassare e non svelare i nomi dei sostenitori.

Ormai da un paio di anni, con la sicumera di chi ha profuso un immane sacrificio, la politica racconta che una legge (la numero 13/2014) ha eliminato i rimborsi pubblici ai partiti. Forse per distrazione, ancora la politica omette di precisare che, piuttosto, la stessa legge ha abolito la trasparenza sui donatori privati dei partiti: semplici cittadini o famelici imprenditori che scelgono di finanziare le campagne elettorali. Non è un effetto collaterale.

Ma un disegno, per niente astratto, che in questi giorni si manifesta appieno. La Camera è invasa da una caterva di ricevute, spedite con solerzia dai tesorieri, per segnalare bonifici e assegni che oscillano da poche migliaia di euro a decine di migliaia. E molti documenti contengono una postilla: dichiarazione unilaterale. Cioè anonima.

Il meccanismo è semplice scrive tecce sul fatto. Chi riceve il denaro, annota. Chi lo elargisce, scompare. Per un utilizzo pretestuoso della privacy e per un trucchetto della politica.