Palazzi & potere
Pd, Renzi vs Gentiloni sul futuro del partito. Gentiloni verso le primarie

Pd, scontro tra Renzi e Gentiloni sul futuro del partito: ecco perchè il senatore di Rignano è arrabbiato con il conte Paolo
Ci risiamo: i rapporti politici-personali non sono mai stati il forte di Matteo Renzi: dopo grandi infatuazioni spesso è calato il gelo, scrive Italia Oggi. Sta accadendo in queste ultime settimane anche con Paolo Gentiloni, il «conte Silveri» come lo chiama il senatore di Rignano quando tra i due le cose non vanno per il meglio. «Ma stavolta non si tratta di bazzecole», spiegano dal Nazareno chi li conosce entrambi. «Stavolta i fatti nascono ben prima della fatidica notte del 4 marzo, il freddo tra i due era già sceso sulla vicenda della riconferma di Visco in Bankitalia e prima ancora. Tra l'altro, in quell'occasione, il giglio magico rimase deluso anche dalla posizione del Capo dello Stato Sergio Mattarella».
Insomma, il gelo con il presidente del consiglio dimissionario, Paolo Gentiloni, parte da lontano ma si nutre di un motivo in più che divide ulteriormente (e forse stavolta definitivamente) i due: il futuro del Pd.
Già perché sono in molti tra i maggiorenti del Pd, o di quel che ne rimane, che vorrebbero fosse proprio quest'ulimo a guidare il Partito Democratico, quando, l'anno priossimo, presumibilmente prima delle elezioni europee verranno indette le primarie del partito per eleggere il vero segretario del partito, non il segretario dimezzato che sarà eletto in assemblea ad aprile e destinato a durare meno di un anno.
Personaggi autorevolissimi all'interno del partito, continua Italia Oggi, si già stanno muovendo affinché Paolo Gentiloni accetti la futura candidatura alle primarie.
Lo vedono come l'uomo che meglio di chiunque altro potrebbe ricostruire con tenacia e pazienza il Pd e ripartire dalle macerie di una storica sconfitta elettorale. Ma ricostruendolo nel solco della tradizione. Senza andare «oltre il Pd» come invece Matteo Renzi vorrebbe fare, ovvero puntare alla macronizzazione del partito, tentando di intercettare i voti centristi in fuga da Forza Italia se mai dovesse andare in porto il governo Lega-5Stelle.
Personaggi del calibro di Dario Franceschini e Andrea Orlando ma anche Romano Prodi e Walter Veltroni sono fermamente contrari a questa deriva centrista del Pd. L'ex sindaco di Roma non le ha mandate a dire: «Si progetta realmente , di andare oltre il Pd. Lo ritengo molto grave. Io invece penso che il Pd sia un punto di approdo decisivo per la lunga storia del centrosinistra italiano. E credo che il Pd vada rafforzato, ritrovando la sua ispirazione iniziale. Il Pd, la sua gente, sono molto di più di questo confuso balbettio e meritano molto di più. Spero, con tutto il cuore, che questo avvenga. Per il Pd e per il paese».
E per molti, il «conte Silveri» è l'uomo giusto per fermare la macronizzazione o meglio, la renzizzazione del Partito democratico.