La questione dell'autorità delegata ai servizi segreti italiani continua a tenere banco anche in queste ore di weekend prenatalizio nelle chat e nei comversari privati degli esponenti di governo. Il premier non ha ancora sciolto la riserva in merito chi ha avuto modo di ascoltarlo in queste ultime ore ha saputo che il premier vorrebbe prima chiudere la delicata partita del Recovery Plan (il Cdm è stato sospeso e non più ripreso) per poi eventualmente decidere il da farsi sui servizi. Ma probabilmente è troppo poco sia per Matteo Renzi che per il PD che già hanno lasciato trapelare due possibili nomi (mai smentiti) per l'autorità delegata: Fiano e Romano a cui presto, siamo in grado di rivelare, se ne aggiungerà un'altro gradito ai 5stelle. Il punto però è che, a quanto si apprende, se proprio Conte alla fine decidesse di lasciare la delega vorrebbe far cadere la sua scelta su di un tecnico (si starebbe pensando di pescare tra le fila del Consiglio di Stato) e non su un politico ("favorendo il nome di un partito se ne scontenterebbe automaticamente un'altro rischiando così di aprire nuove crepe all'interno della maggioranza" il ragionamento che si fa a palazzo Chigi). Insomma, meglio non scontentare nessuno. Nel frattempo, Matteo Renzi non si perde d'animo e continua il pressing: la "deadline" è fissata per i primi di gennaio, subìto dopo l'approvazione della legge di bilancio: "Questa è la nostra linea Maginot" ha spiegato ai fedelissimi che chiedevano lumi in senato durante la riunione per lo scambio degli auguri natalizi (con bicchieri rigorosamente di carta). "Gennaio sarà il tempo della rinascita" ha detto brindando il senatore di Rignano. Chissà cosa avrà voluto dire.
Palazzi & potere
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