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Palazzi & potere
Terremoto, referendum e caos politico: parla Daniele Capezzone
Si apre la settimana che porta alla Convenzione Blu, l’appuntamento convocato da Raffaele Fitto e dai Conservatori e Riformisti per sabato e domenica prossima a Roma (www.laconvenzioneblu.it). Affaritaliani ne ha parlato con Daniele Capezzone, tra terremoto, referendum e caos nel centrodestra.
 
 
 
 
 
 
 
Dopo il terremoto, Renzi fa bene a forzare in Europa? Avrà su questo il vostro supporto come opposizione?
 
E’ evidente che per la ricostruzione delle grandi opere d’arte, degli edifici pubblici, per le grandi opere di soccorso, per dare al più presto un’abitazione prefabbricata provvisoria a decine di migliaia di sfollati, occorrano spese su cui si deve forzare la mano in Ue: è ovvio che queste spese debbano essere scomputate dai parametri del rapporto deficit/Pil. Tuttavia, lo dico con chiarezza a Renzi, resta chiaro che quei soldi debbano andare effettivamente per la ricostruzione: non solo a Bruxelles, ma pure a Roma, in tanti temono invece che Palazzo Chigi, una volta asciugate le sincere lacrime di queste ore, con altrettanta sincerità poi pensi essenzialmente a misure-spot di natura pre-elettorale…Occorrerà vigilare. 
 
Ma come si è comportato Renzi in Europa finora?
 
E proprio qui sta il punto dolente. Resta l’amarezza di chi, come noi, è sempre stato contro questi vincoli europei e certe rigidità. E mi riferisco alla schizofrenia di Renzi: che ha spesso urlato contro tutto questo (a favore di telecamera), ma poi (nelle stanze chiuse dei vertici Ue) ha sempre detto sì ai diktat di Berlino e Bruxelles, salvo pietire qualche “zero virgola” per le sue mance elettorali. Sta qui la contraddizione, che politicamente resta sulle spalle del Primo Ministro italiano. 
 
Terremoto a parte, che succede verso il referendum?
 
Intanto, mi permetta di dire che la vera follia è proprio stare a parlare del referendum. Vede, il terremoto non era prevedibile, ma altri disastri sì: dalla crisi economica alle imminenti crisi bancarie. E invece per due anni Renzi ha inchiodato l’Italia al suo videogioco della legge elettorale del Senato.
 
Ha fatto male?
 
Ha fatto malissimo. Primo: perché gli italiani non mangiano pane e Italicum. Secondo: perché, se un paese è come una famiglia, l’Italia è messa in questo modo (non solo per colpa di Renzi, sia chiaro: Renzi ha colpe solo per gli ultimi due anni): hai a casa un debito pazzesco, la casa ipotecata, i gioielli pignorati, non hai una lira (o un euro) da parte, continui a spendere a destra e a manca (80 euro) quello che ti capita per le mani…Poi è chiaro che se arriva un imprevisto (può essere il crac Mps, può essere il rialzo mondiale dei tassi, può essere la fine del Quantitative Easing come ossigeno, può essere un atto di sfiducia dei mercati…), salta tutto. Intanto ci è arrivata la mazzata del terremoto, e penso con angoscia ai 40-50 mila sfollati che ci saranno, con l’inverno che arriva…
 
E in tutto questo?
 
E in tutto questo il ceto politico parla della legge elettorale e del referendum. Si rende conto? Sinceramente, il primo responsabile di questa playstation è Renzi stesso. Quando prese il potere (senza elezioni) all’inizio del 2014 (tra un po’ sono tre anni), aveva un’autostrada, con mezza opposizione dormiente e l’altra mezza “acquisita” per vie nazarene…Doveva concentrarsi sull’economia. E invece ha preferito giocare al “piccolo costituente”…
 
Però in pochi gliel’hanno contestato da subito…
 
Beh, noi sì. Noi Conservatori e Riformisti, con Fitto, siamo stati un’opposizione-modello, me lo lasci dire. Non abbiamo mai votato per il Governo, abbiamo dolorosamente rotto con Forza Italia ai tempi del Nazareno perché ritenevamo suicida consegnarsi a Renzi, però abbiamo sfidato il governo in positivo ad adottare il nostro choc fiscale. Un progetto-scossa: 48 miliardi di tasse in meno (e 48 miliardi di spese in meno, ovviamente). Con emendamenti ammessi per due volte dalle Commissioni Bilancio. Quindi vuol dire che si può fare: un mega taglio di spesa e tasse. E’ questione di volontà politica…Ma Renzi ha detto no: preferiva gli “zero virgola” per gli 80 euro, per i precari della scuola, per i bonus vari…E ora raccoglie quello che ha seminato: Italia maglia nera della crescita in Europa.
 
Ma dopo il 4 dicembre che succede?
 
Guardi che non scherzo. Mentre la politica ufficiale e i media mainstream giocano con il referendum, dopo il 5 dicembre l’Italia rischia uno scenario simile al 1992, ai tempi della crisi con il Governo Amato. Prima ho fatto degli esempi: crisi Mps, rialzo dei tassi, eccetera. Ognuno di quei fattori, sommato a quello che già sappiamo (il nostro debito alle stelle, le emissioni-monstre di titoli che dobbiamo fare nel 2017…), può essere l’innesco di una grande crisi.
 
Ma la politica non ne parla…
 
Non parla di questo. Non parla del fatto che nel 2017 ci sarà un calendario elettorale folle in Europa: Francia, Germania, Olanda. Secondo lei, con le nostre fragilità, quale sarà l’anello debole sui mercati in Europa? Lo segue l’andamento di quella diavoleria che sono i Cds (Credit default swap), cioè una specie di “assicurazione” sul rischio default di un paese? Guardi appena c’è un minimo di crisi in Europa come si impennano i Cds per l’Italia…Secondo lei che vuol dire?
 
E quindi?
 
Mi lasci finire su quello di cui la politica non parla. Non parla nemmeno (nello scenario che abbiamo già descritto) della bomba-immigrazione che a marzo-aprile, quando le condizioni del tempo e del mare lo consentiranno, vedrà una specie di valanga abbattersi sull’Italia. Giusto o sbagliato che sia, quasi tutti i paesi intorno a noi chiudono le frontiere: la Turchia “gioca” aprendo e chiudendo i rubinetti…Secondo lei, torno a chiedere, dove arriverà la valanga? Ovviamente qui, e sarà una cosa fuori controllo. Le va ancora di parlare di referendum e legge elettorale?
 
In effetti…
 
Ecco il punto. Renzi balla sull’orlo dell’abisso. Le opposizioni, se avessero sale in zucca, anziché giochicchiare al “Renzi 2” o al “Renzi-Parisi” (di cosa crede che abbiano parlato Berlusconi e Letta in visita al Quirinale?), farebbero bene a scrivere un programma di governo, a costruire un’alternativa, ad accorgersi di cio’ che gli elettori chiedono.
 
Voi ci state provando?
 
La Convenzione Blu serve esattamente a questo. Fitto e tutti noi indichiamo un metodo (le primarie per scegliere programmi e leader del centrodestra) e un pacchetto di riforme fortissime, per rimettere sul tappeto i temi veri: choc fiscale (come detto), riforma delle pensioni dalla parte dei giovani (aprendo alla gamba privata: altrimenti i ragazzi di oggi non avranno nessuna pensione o al massimo trattamenti da fame), rinegoziare su tutto in Europa (trattato per trattato), soluzioni forti e ragionevoli sull’immigrazione (come in Canada, prendere solo quelli assorbibili dal nostro mercato del lavoro: oltre questo limite, sono inevitabili i respingimenti come in Australia…). Su tutto questo, vedremo chi ci starà nel centrodestra.
 
Abbiamo dimenticato qualcosa?

Sì, di dire che voi di Affaritaliani siete stati giornalisticamente molto bravi ad accendere i riflettori sui ricorsi giuridici (presentati prima dell’ultimo terremoto) volti a rinviare il referendum, a partire dal ricorso Onida. Io sono per il No, e non condivido affatto quegli argomenti giuridici, sia chiaro. Ma è evidente che, nel paese di Azzeccagarbugli, visto che il Sì è clamorosamente indietro, non mi stupirei se qualcuno buttasse la palla in tribuna (cioè sollevasse il conflitto in Corte Costituzionale) per rinviare il referendum sine die e risparmiare a Renzi una sconfitta. Renzi, in queste ore, nega e si dice contrario: ma a Palazzo Chigi stanno facendo veglie di preghiera affinché ciò accada.

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daniele capezzone





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