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Palazzi & potere
Vergovich (Radio Radio): Mario Draghi? “L’understatement è un pregio"

La nostra intervista a Francesco Vergovich, giornalista e conduttore della trasmissione del mattino di Radio Radio “Un giorno speciale”.

La comunicazione al tempo di Mario Draghi, basta Dpcm e poche parole.

"L’understatement è un pregio, nella vita comune e ancora di più se si vestono incarichi pubblici. Se poi si è il Capo del Governo nel periodo della crisi pandemica, un atteggiamento senza enfasi e retorica è addirittura necessario. L’avvocato del popolo, Giuseppe Conte, per presenza sui mezzi di comunicazione, ha fatto impallidire il tycoon televisivo Silvio Berlusconi. Una presenza quella del professore continua e martellante. Conte ha utilizzato parecchio anche i social che ormai sembrano il media preferito da gran parte dei leader politici".

"Fare annunci su Facebook o Twitter quando sai che i tuoi profili e gli account sono continuamente attenzionati dalla stampa ti consente di scegliere il momento e le parole senza che nessuno possa chiederti conto di nulla. Pubblichi l’annuncio e vedi l’effetto che fa.

Draghi mi sembra lontano anni luce da questi rituali, per abitudine e per vocazione. Oltretutto a parlare troppo si dicono inesattezze e ci si lasca andare a promesse difficli da mantenere".

Un Governo che mette insieme la quasi totalità dei partiti politici quanta forza toglie al dibattito televisivo?

"Potrebbe giovare ai talk show e al pubblico che segue le trasmissioni, una discussione senza il contraddittorio a tutti i costi. Il confronto, il politico può sostenerlo con il conduttore del talk show. Che diventa la voce del pubblico e del resto sarebbe proprio il ruolo naturale degli anchorman. Sollecitare il politico a rispondere ai contenuti delle domande e agli impegni presi nei rispettivi programmi di governo".

Il pubblico televisivo potrebbe apprezzare un format di talk show senza vis polemica e contraddittorio tra avversari politici?

"Una trasmissione con maggiori contenuti e meno urla può funzionare, ne sono convinto. Le ultime stagioni di Report, con indici non solo di gradimento ma pure di ascolto altissimi, dimostrano che esiste un pubblico che preferisce i contenuti, i dettagli, le precisazioni, la notizia definita e non urlata. Sono trasmissioni diverse naturalmente: Report è inchiesta e il talk show politico è intrattenimento ma è un segnale importante. Vedere da troppi anni trasmissioni in cui i politici che partecipano, quasi sempre gli stessi, si sentano ormai di dover interpretare un ruolo televisivo per me è deprimente. Dover forzatamente andare contro una tesi alzando la voce è un piccolo spettacolo, credo che anche la tv debba fare uno sforzo per offrire al pubblico qualcosa di meglio".

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