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Politica
Papa: "Viviamo ancora pandemia, Dio ci dia coraggio"

"Tanti sono intimoriti dal futuro e appesantiti da situazioni sociali"


Il Papa chiede a Dio il coraggio per vivere questi tempi segnati ancora dalla pandemia del Covid. "Il nuovo anno - ha detto Francesco all'Angelus - inizia con Dio che, in braccio alla Madre e adagiato in una mangiatoia, ci incoraggia con tenerezza. Abbiamo bisogno di questo incoraggiamento. Viviamo ancora tempi incerti e difficili a causa della pandemia. Tanti sono intimoriti dal futuro e appesantiti da situazioni sociali, da problemi personali, dai pericoli che provengono dalla crisi ecologica, da ingiustizie e da squilibri economici planetari".

Il Pontefice e' tornato poi a porre l'attenzione sui migranti: "Guardando a Maria con in braccio il suo Figlio, penso alle giovani madri e ai loro bambini in fuga da guerre e carestie o in attesa nei campi per i rifugiati, sono tanti".

Papa: Dio a portata di mano, nasce per non escludere nessuno - "Dio e' vicino, a portata di mano", nasce non con la potenza di chi vuole essere temuto, "non ci giudica dall'alto di un trono, ma ci guarda dal basso come fratello, anzi, come figlio", viene "piccolo e bisognoso perche' nessuno debba piu' vergognarsi di se' stesso". Il Dio-bambino nasce per non escludere nessuno. Per farci diventare tutti fratelli e sorelle". Cosi' Papa Francesco prima dell'Angelus.

"Immaginiamo Maria che - ha detto il Pontefice -, come mamma tenera e premurosa, ha appena adagiato Gesu' nella mangiatoia. In quell'adagiare possiamo vedere un dono fatto a noi: la Madonna non tiene il Figlio per se', ma lo presenta a noi; non lo stringe solo tra le sue braccia, ma lo depone per invitarci a guardarlo, accoglierlo e adorarlo. Ecco la maternita' di Maria: il Figlio che e' nato lo offre a tutti noi". "E nel posarlo davanti ai nostri occhi, senza dire una parola, ci dona un messaggio stupendo: Dio e' vicino, a portata di mano".

"Non viene con la potenza di chi vuole essere temuto - ha sottolineato -, ma con la fragilita' di chi chiede di essere amato; non ci giudica dall'alto di un trono, ma ci guarda dal basso come fratello, anzi, come figlio. Nasce piccolo e bisognoso perche' nessuno debba piu' vergognarsi di se' stesso: proprio quando facciamo esperienza della nostra debolezza e fragilita', possiamo sentire Dio ancora piu' vicino, perche' si e' presentato a noi cosi', debole e fragile. E' il Dio-bambino che nasce per non escludere nessuno. Per farci diventare tutti fratelli e sorelle".

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