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Politica
Pasquino stronca Bonaccini: “Segretario Pd? È il passato. Inganno in Emilia”
Bonaccini e Pasquino

In Puglia si allungano la legislatura regionale ed è polemica. Fanno lo stesso in Emilia e nessuno fiata. Il politologo Pasquino: “È un balletto di poltrone. Nel Pd Bonaccini è la continuità col passato”

Regione Puglia e Regione Emilia Romagna hanno, di fatto, allungato la durata della legislatura con un cambio normativo. Si prepara il terreno alle prossime elezioni e si solleva un terremoto. Da indiscrezioni della segreteria nazionale del Pd, Bonaccini viene dato come possibile candidato alle Europee del giugno 2024. Con il cambio normativo e Bonaccini dimissionario prima della fine della legislatura (gennaio 2025), in Emilia Romagna si voterebbe un anno dopo o se non si candidasse 5 mesi dopo. Il rischio è che per quasi un anno il potere venga detenuto dal vicepresidente attuale, Irene Priolo, non eletta in quel ruolo e candidata a succedergli.

Ne abbiamo parlato con il politologo Gianfranco Pasquino, professore emerito di Scienza Politica all'Università di Bologna e socio dell'Accademia Nazionale dei Lincei, quasi un centinaio di libri all’attivo, l’ultimo: “Tra scienza e politica. Una autobiografia”, edizioni Utet.

Professore, che ne pensa?

“Sono delle notizie che trovo preoccupanti. Bonaccini non solo da presidente della Regione vuole fare il segretario del Pd ma vuole anche farsi eleggere al parlamento Europeo?”

Abbiamo questa indiscrezione dalla segreteria nazionale e anche se non si candidasse la legislatura regionale verrebbe comunque allungata grazie alla nuova normativa approvata…

“Quest’idea di fare un balletto di poltrone mi trova assolutamente contrario. Trovo che è un inganno nei confronti degli elettori. Non c'è tempo per svolgere bene le varie cariche, mi pare un'operazione puramente politica.

Le conseguenze?

“Non vedo conseguenze positive, visto il lavoro complicato che comunque il segretario di un partito dovrebbe fare e che un parlamentare europeo ugualmente dovrebbe fare. Quindi sono contrario su questo punto e sono certamente anche contrario ad allungare la durata della legislatura. C'è un termine fisso, punto e basta. Se si vuole allungarla bisogna dichiararlo in campagna elettorale e deve farlo l'assemblea successivamente eletta ma all'inizio del mandato, non alla fine per guadagnare altri 5, 6, 7 mesi”.

Come vede il rapporto con gli elettori?

“I tempi contano. Contano poi le intenzioni che vanno dichiarate agli elettori e i tempi nei quali si introduce l’intenzione in una pratica che comunque mi trova contrario”

Visti anche gli effetti possibili non le sembra una forzatura?

“È una forzatura e come le ho detto sono assolutamente contrario, sia nei modi che nei tempi. Credo che sia qualcosa che non deve essere fatto. Incide anche tra l'altro pesantemente sulla popolarità delle Regioni, le quali hanno ben altri problemi da risolvere, problemi di governabilità, di utilizzo delle risorse di cui dispongono, problemi nel riuscire a migliorare la vita dei propri cittadini che ben poche Regioni sono riuscite a fare nel contesto italiano. Forse l'Emilia-Romagna può vantare questo esito che è dovuto alla stabilità dei governanti. Altre regioni non possono parlare neanche di questo esito”

Ho capito bene, lei su Bonaccini ha un parere sfavorevole anche sulla candidatura a segretario?

“Certo, anche perché esiste un precedente, Zingaretti che ha continuato a fare il presidente della regione Lazio. Non è stato un buon segretario di partito e adesso temo anche che nel Lazio il Pd perda la maggioranza in Regione”

Ma la sua contrarietà è sulla contemporaneità dei due ruoli, segretario e presidente di Regione?

“Esattamente ed è una cosa sufficientemente importante. Un ruolo deve essere ricoperto fino al suo termine, soprattutto se poi è stato conquistato durante la campagna elettorale, salvo casi eccezionali”

Bonaccini sta girando l’Italia per candidarsi alla segreteria del Pd. Lei che idea si è fatto del suo progetto di partito?

“Io sono contrario fondamentalmente alla continuità del Partito Democratico. E Bonaccini è la continuità oltre al fatto che ha un passato ‘renziano’ che mi lascia assolutamente inquieto. La continuità credo non potrebbe dare nessun contributo significativo al rilancio del partito”

 

 

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