Politica
Pd, "Berlusconi? Non possiamo allearci, è un avversario"
Intervista di Affaritaliani.it a Matteo Richetti, portavoce della mozione Renzi-Martina alle primarie del Partito Democratico
Che Pd esce dalle primarie di domenica scorsa?
"Un Pd più forte, perché il mondo dipingeva e pronosticava un flop e una mancanza di interesse e di partecipazione, e soprattutto parlava di un segretario che non godeva più della fiducia e del sostegno, e invece escono esattamente questi due dati con una chiarezza inequivocabile. C'è un popolo fatto di milioni di persone e soprattutto c'è un leader assolutamente riconosciuto e non esiste una questione di una collocazione del Pd che non è più una forza di sinistra perché sono venuti, hanno parlato e li abbiamo ascoltati - li ho visti con i miei occhi - persone di indiscutibile vocazione e storia di sinistra che, forse con una forza inaspettata, hanno ribadito il loro sostegno a Renzi".
Renzi ora correrà alle elezioni politiche anticipate o confermerà il sostegno a Gentiloni fino a scadenza naturale della legislatura?
"Corre a votare chi non ha niente da fare, noi siamo discretamente impegnati. Abbiamo una questione Alitalia sulla quale vorremmo cercare di dare una mano al governo per tentare di risolverla, abbiamo una questione sulla legge elettorale che impegna il Parlamento, e di conseguenza il Partito Democratico, che vuole essere conseguente all'appello del Presidente della Repubblica. Abbiamo poi un partito da ricostruire, non solo nei suoi organismi con una nuova segreteria e una nuova direzione, ma guai se l'affondo positivo e bello che c'è stato sui territori per queste primarie conoscesse una battuta d'arresto. Bisogna continuare ad accorciare le distanze con chi il Pd lo fa nell'ultimo dei circoli della periferia e quindi faremo questo lavoro".

Esclude quindi le elezioni in autunno?
"Certo che sì, stiamo lavorando e siamo impegnati a sostenere il governo. Nessuno si pone nella testa l'obiettivo di finire l'azione del governo Gentiloni. Dopodiché c'è un Parlamento e c'è un governo stesso, mi pare che non sia proprio una questione nell'agenda della quotidianità del lavoro politico-parlamentare del Paese".
Sulla legge elettorale dialogo con i 5 Stelle o con Berlusconi?
"Dialogo con chi fa sul serio, anche se in questo periodo non se ne vedono molti. Abbiamo i 5 Stelle che si sono scritti la legge elettorale su misura e hanno abbassato la soglia perché comincia a venirgli qualche dubbio che, grazie allo spettacolo offerto da Genova alla Sicilia, forse al 40% non ci arrivano. E quindi bisogna abbassare le soglie. Poi abbiamo Berlusconi, che siccome ha capito che la sua vittoria non è quella preferita dai bookmaker, prova a farci tornare ad un proporzionale spinto per fare un po' di interdizione il giorno dopo il voto e tentare di avere un ruolo nella costruzione della maggioranza. Poi abbiamo a sinistra una continua invocazione alla coalizione e all'unità, ma proprio a sinistra una grossa mano sull'approvazione del Mattarellum non ci è arrivata. Mattarellum che propone proprio uno schema di coalizione. Continua su questo aspetto uno sport che è in voga nel Paese e cioè quello di nascondere dietro le accuse al Partito Democratico le singole responsabilità. Il Pd un impianto di legge elettorale l'aveva proposto e ce l'ha, al quale è stato sottratto solo il ballottaggio perché il secondo turno è incostituzionale e non tutto l'Italicum. Ci dicano se sullo quello schema si può completare un lavoro di armonizzazione della legge elettorale oppure no".
Siete disponibile alla possibilità di presentarsi in coalizione o restare fermi sul premio di maggioranza solo al partito o alla lista?
"Non voglio rispondere che valutiamo qualunque tipo di proposta. Ma i 5 Stelle non vogliono la coalizione, Berlusconi vuole il proporzionale e di conseguenza non vuole la coalizione. Il Partito Democratico da solo non può riproporre il tema della coalizione perché non ha i numeri per approvarlo. Dopodiché il Partito Democratico ha intenzione, e ha incominciato a farlo con le primarie, di proporre una grande alleanza con la società perché visto che nelle forze politiche prevale un istinto di sopravvivenza decisamente marcato, forse è ora di cominciare a riaprire i canali con i mondi associativi, con le esperienze del civismo, con le esperienze di amministrazione locale. Il Pd metterà in campo un grande progetto di partito popolare e, dopodiché, una volta che in Parlamento sarà chiaro se si trova una maggioranza su uno schema legato alla lista e su uno schema legato alla coalizione, decideremo come presentarci alle elezioni. Però, se anche rimanesse un impianto per liste, il Pd farà dei democratici una lista assolutamente aperta ed inclusiva. Quindi il problema si risolve alla sostanza".
Si è parlato tanto prima delle primarie di un governo Pd-Berlusconi...
"E' un vizio che hanno i giornalisti".
Cioè?
"Parlare di quello che non esiste o che fa comodo o che interessa. Quando si va alle elezioni ci si presenta agli elettori in maniera coerente ed omogenea e da questo punto di vista è una discussione che non esiste. Berlusconi, come Salvini e come Grillo, è uno dei nostri avversari. Punto".
Beh se nessuno raggiunge il 40% una maggioranza in Parlamento va trovata, o no?
"E quindi lei ha già la legge elettorale che fissa lo sbarramento al 40%? Non si può discutere così, abbiamo detto che non c'è una legge elettorale. E allora rispondo così: se si arriva al 40% oggi al Senato si ha la maggioranza?".
Probabilmente no, perché il Senato viene eletto su base regionale...
"Quindi è una domanda destituita di ogni fondamento. Discutiamo di legge elettorale e discutiamo di alleanze. Do un'anticipazione: le alleanze saranno con chi ha elementi progettuali in sintonia con noi e fra questi non c'è Berlusconi".
Un'alleanza con Pisapia e con il mondo della sinistra però è difficile...
"Non è assolutamente difficile, poi si tratta di capire per conto di chi si parla, con quali idee, con quali proposte e con quali progetti. Continuiamo a fare politica con le dichiarazione dei leader che sono usciti dal Pd i quali dicono 'non ci siamo mai presi con Renzi'? Facciamo politica sulla base delle simpatie e con i brindisi quando falliamo i referendum per cambiare l'Italia? Ma discutiamo di questo, non si fanno le alleanze con le dichiarazione sui giornali. Si fanno per fare le cose insieme per l'Italia. Oggi, quando noi abbiamo provato a cambiare il Paese, qualcuno ha ostacolato il cambiamento. E' serio proporre alleanze su queste basi? Non credo".
Resta il fatto che mi pare che un'alleanza con la sinistra sia più probabile che con Berlusconi...
"E' una discussione totalmente priva di senso. Una forza di Centrosinistra è più facile che si allei con le forze di sinistra o con la destra?"
E' lapalissiano...
"Appunto".
Quale ruolo avranno Orlando ed Emiliano dopo la sconfitta? Segreteria aperta anche a loro?
"Sono questioni di cui discutono i candidati e i leader del Partito Democratico. Matteo Renzi farà una proposta, Orlando ed Emiliano sono, insieme a noi, dirigenti fondamentali del Partito Democratico. Punto".