Politica
Unioni civili, sì unanime del Pd. Alfano: forse referendum

"Un referendum abrogativo nel caso passasse la legge Cirinnà? L’ho messo in conto". In un’intervista a Radio Capital, il ministro dell’Interno Angelino Alfano paventa per la prima volta la possibilità di rivolgersi direttamente ai cittadini. "Penso che a fronte di una così difficile decisione parlamentare, se davvero la legge fosse percepita come un punto di eccesso, in una direzione o nell’altra, potrebbe essere una scelta razionale affidarsi al popolo".
Proprio oggi è arrivato il via libera all'unanimità dei senatori all'impianto del ddl Cirinnà ma le unioni civili torneranno a impegnare il Pd martedi' prossimo, quando è stata convocata una nuova assemblea dei senatori per decidere sugli emendamenti 'spinosi', adozioni in primis. Il 2 febbraio sara' dunque comunicato "su quali emendamenti ci sarà libertà di voto".
Il rinvio, spiega Luigi Zanda, e' stato deciso perche' "ancora non conosciamo tutti gli emendamenti" ma il capogruppo Dem a Palazzo Madama assicura che "i senatori del Pd non hanno alcun interesse per i voti segreti. Esprimeremo le nostre posizioni in modo pubblico e trasparente, come l'abbiamo espresse nelle nostre assemblee".
A chi gli domanda se sul punto, critico, delle adozioni, il Pd finira' per andare in ordine sparso, Zanda ribatte asciutto: "Ordine sparso e' la pessima traduzione della liberta' di voto su questioni su cui qualsiasi partito, che si dica democratico, deve lasciare liberi i suoi parlamentari". Contemporaneamente, resta l'auspicio che "sia possibile una drastica riduzione del numero degli emendamenti, perche' questo consentirebbe un dibattito sul merito adeguato alla delicatezza del tema che stiamo trattando". Comunque, "non e' all'ordine del giorno", dice ancora, la possibilita' di riaprire il termine per la presentazione degli emendamenti al ddl Cirinna'.
Arriva invece dal senatore Dem Collina, il richiamo al fatto che l'articolo 3 del ddl, di fatto, autorizza la stepchild adoption, rendendo quindi inutile il 5: "Per questo - ha detto l'esponente dei cattolici Pd - chiediamo di emendare anche l'art. 3". Importante il segnale che arriva dal Consiglio d'Europa, con il norvegese Thorbjorn Jagland che pubblica su Twitter il link a una sentenza della Corte di Strasburgo dell'ottobre scorso e incoraggia l'Italia "a garantire il riconoscimento legale delle coppie dello stesso sesso cosi' come stabilito dalla Corte Europea dei Diritti Umani e come accade nella maggior parte degli Stati membri del Consiglio d'Europa".