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Politica
Pd, Emiliano: serve un congresso normale e se vince Renzi avrà il mio sostegno

 

"Io considero la scissione la più grande sconfitta del Pd e di noi tutti, bisogna evitarla con ogni mezzo e per evitarla il congresso è il mezzo fondamentale perché chi vince è sostenuto da chi perde. Se Renzi vince io sono pronto a sostenerlo anche sulle questioni che meno mi convincono". Lo ha detto Michele Emiliano a 'L'intervista' di Maria Latella su Sky TG24. Dopo le "rovinose sconfitte", prima delle elezioni politiche, al Pd serve un congresso "normale" e non solo "frettolose primarie" che sarebbero "una nuova invenzione di marca renziana", ha sottolineato il governatore della Puglia che ha anche confermato l'intenzione di correre per la segreteria.

Le regole del congresso. "Il congresso ha le primarie dentro di sé e non possono essere sostituite da una simulazione. Le primarie senza il congresso non sono previste nello statuto del Pd e sarebbero una frettolosa invenzione di marca renziana, per dare l'impressione di una specie di congresso che in realtà non esiste", ha spiegato Emiliano.

"Il congresso ha le sue regole - ha aggiunto - parte dai circoli, coinvolge i militanti, c'è una discussione, votano i tesserati e poi coloro che hanno più voti tra i tesserati partecipano alle primarie aperte a tutti". "E' il processo che ha incoronato Matteo Renzi segretario del partito - ha concluso - non c'è motivo di cambiare queste regole".

Le dimissioni di Renzi. "Le dimissioni sono l'unico modo per avviare il congresso, altrimenti bisogna attendere giugno. Il segretario potrebbe decidere di dimettersi e avviare il congresso. Cuperlo ha tecnicamente ragione", ha spiegato Emiliano che subito dopo ha aggiunto: "Il segretario non si dimette perché ha un sacco di soldati e salmerie da collocare, ha da salvaguardare un sacco di persone e se dovesse perdere la possibilità di fare le liste non so se i sondaggi lo darebbero ancora in testa".

La raccolta firme per il congresso. "Il segretario - ha spiegato Emiliano - voleva evitare il congresso. Le stiamo raccogliendo per conoscere l'opinione di tutti sull'opportunità di fare subito il congresso, anche da parte di molti renziani che, pur essendo legati a lui, si rendono conto che il congresso è necessario per cambiare verso al partito".

Il partito dell'establishment. "Noi siamo apparsi come il partito dell'establishment, Renzi non vedeva l'ora di essere il soggetto di riferimento dei  potenti della Terra, era la sua ambizione. E' andato a Scampia dopo essersi dimesso da presidente del Consiglio, se l'avesse fatto anche da premier sarebbe stato meglio, durante il suo mandato non ha mai mostrato interesse per le aree del Paese in difficoltà", ha detto Emiliano. "Noi non possiamo essere il partito della conservazione, non possiamo sostituire Forza Italia - ha aggiunto -, noi siamo da una parte del mondo e lo dobbiamo dire".

La candidatura alla segreteria. Riguardo alla sua annunciata candidatura alla guida del Pd, Emiliano ha detto: "Innanzitutto non ci tengo affatto a concorrere per la segreteria e se si potesse evitare lo farei. Purtroppo la gestione del partito di questi anni ci ha portato a rovinose sconfitte e se sei impegnato in un partito devi fare quello che ritieni necessario, anche scendere in campo direttamente per fermare questa deriva".

Dimissioni. L'eventuale elezione a segretario del Pd "non vuol dire, per me, lasciare la guida della Puglia". Emiliano ha poi portato l'esempio di Renzi che è stato, allo stesso tempo, sindaco di Firenze e segretario: "Può succedere anche ad altri", ha sottolineato.

"Resto magistrato". E ancora, sulle sue mancate dimissioni dalla magistratura: "Quello è il mio lavoro e non mi dimetterò mai, la costituzione non costringe nessuno a dimettersi per fare politica. Non c'è nessuna incompatibilità di legge. Quel lavoro è la mia libertà che mi consente di non pietire un seggio e che mi consentirà un giorno di tornare al mio lavoro perché io non voglio diventare un professionista della politica. Magistrato lo sarò sempre".

Legge elettorale e alleanze. Per quanto riguarda la riforma della legge elettorale, Emiliano ha detto di essere d'accordo con la proposta di Dario Franceschini: "Non  si possono fare alleanze con i propri avversari. Io penso invece che dobbiamo approvare rapidamente una legge elettorale su modello di quella delle Regioni con premio alla coalizione in questo modo potremmo ricostruire un modello politico simile all'Ulivo partendo dal centro dello schieramento". Per Emiliano il disastro del Pd è stato dovuto all'illusione di potere fare alleanze con gli avversari politici per le riforme. "Il problema - ha aggiunto - che Renzi ha devastato tutto ciò con cui è venuto in contatto. Quindi occorre ricostruire tutto il sistema di rapporti, alleanze, amicizie".

I rapporti con Alfano. E a proposito di possibili alleanze con Alfano? "Lui dovrebbe chiarire le cose dentro il suo partito, che si chiama ancora Nuovo centro destra - ha sottolineato - Se si alleano con la sinistra solo per i seggi, è un problema. Loro devono capire se stanno a destra o a sinistra. Non siamo al Consiglio comunale di Firenze e questo è il Parlamento, dobbiamo evitare di farci ridere dietro come ci è successo", ha concluso Emiliano con un'altra punzecchiatura a Matteo Renzi.

I rapporti con il M5s. "Ho rispetto dell'elettorato M5s, ha lo stesso mio anelito alla trasparenza e all'onestà, in molti casi però la loro violenza verbale mi pare sproporzionata. La loro aggressività verso la presidente Boldrini, ad esempio, mi ha scioccato. Però è un'area politica a cui guardo con enorme attenzione perché più della metà dei loro elettori erano i nostri", ha detto Emiliano che non ha rinunciato a lanciare una stoccata al Pd renziano dicendo no "all'odio politico, lo scontro con il Movimento 5 Stelle io l'ho sempre evitato".

"Rispetto per Raggi". Parlando di quello che sta succedendo alla sindaca di Roma, Virginia Raggi, il presidente Emiliano ha aggiunto: "Dal punto di vista umano vedere una persona sottoposta a indagini e così travolta dagli eventi è una cosa che non mi fa piacere, bisognerebbe avere rispetto e segretezza".

La crisi dell'Unità. Quindi, rispondendo a una domanda su l'Unità, rincara la dose: "Tutto in questo stile di governo viene utilizzato e poi buttato via. La rottamazione è diventata un elemento filosofico della segreteria Renzi: devasta tutto ciò con cui entra in contatto e adesso serve una fase di ricostruzione, serve un gruppo, non una singola persona, che si incarica di ricostruire amicizia, armonia, che non pensi di avere sempre ragione e che non abbia dentro di sè odio politico".

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