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Politica
Pensioni, con 56 anni si va in pensione. Che cosa cambia dopo Quota 100
Inps Lapresse

Il 27 luglio c’è stata una tappa molto importante nel processo di riforma delle pensioni, con il primo incontro tra governo e sindacati, dove a questi ultimi è stata data la possibilità di illustrare nel dettaglio la loro proposta.

I sindacati - si legge su https://www.trend-online.com - spingono perché sia introdotta una Quota 41, in sostanza una misura basata sul solo accumulo contributivo di 41 anni, il cui compito sarebbe quello di sostituire Quota 100 ed eliminare il problema dello scalone dei cinque anni.

Da quest’incontro è apparso chiaro ed evidente che l’esecutivo Draghi ha altri progetti di riforma, che non si basano sulla creazione di una misura alternativa a Quota 100, ma piuttosto sul potenziamento delle misure già esistenti, di cui deve essere allargata la schiera dei beneficiari.

In questo sistema immaginato, usando opzioni differenti di pensione anticipata, le diverse categorie lavorative avrebbero diritto ad un’uscita compresa tra i 56 e i 66 anni di età.

Saranno infatti rinnovate le misure di pensionamento anticipato a 56 anni legate alla titolarità della Legge 104, con la possibilità per i caregiver nel 2022 di un pensionamento a 57 anni di età. Rinnovata anche Quota 41 precoci, insieme alle opzioni di pensionamento per uomini e donne basate sul requisito contributivo di 41 o 42 anni e 10 mesi.

Ma le modifiche più sostanziali sono riservate ad Opzione Donna e Ape sociale, con la prima che dovrebbe essere integrata in modo permanente nel sistema pensionistico e la seconda che invece dovrebbe vedere un rafforzamento, fra cui l’ammissione dei lavori usuranti tra i beneficiari.

In attesa che prosegua il dibattito tra governo e sindacati sulla Riforma Pensioni, vediamo quali saranno le possibilità certe di pensione anticipata nel 2022.

Draghi stravolge Opzione Donna, che diventa una misura permanente

Aprendo con le novità dedicate alle lavoratrici, nel 2022 sarà ancora possibile andare in pensione usando Opzione Donna, anzi la misura dovrebbe diventare strutturale, cioè essere parte integrante del sistema pensionistico e non aver bisogno più di un rinnovo, che ormai si ripete da anni.

Ricordiamo che Opzione Donna accorda la pensione anticipata con 35 di contributi netti e con un requisito anagrafico variabile di 59 o 58 anni di età, a seconda se a richiederla sia una lavoratrice autonoma o dipendente.

Ma le modifiche ad Opzione Donna non sono finite qui perché, sulla base di una vecchia proposta formulata dal Ministro Mara Carfagna e sulla spinta delle forze sindacali, si sta valutando la possibilità di accorpare a questa misura una Quota Mamma. Cioè di concedere alle lavoratrici che vanno in pensione con Opzione Donna la possibilità di ritirarsi dall’attività lavorativa un anno prima per ogni figlio avuto.

Come sarà calcolato l’importo della pensione con Opzione Donna nel 2022?

Uno dei problemi collegati ad Opzione Donna è certo legato al fatto che con questa soluzione c’è un cospicuo taglio alla l'assegno pensionistico. Purtroppo le modifiche al vaglio non riguardano in alcun modo questo aspetto e anche nel 2022 il calcolo dell’assegno sarà identico, cioè avverrà con il solo metodo contributivo.

Per quanto riguarda le scadenze, chi vuole andare in pensione con Opzione Donna quest'anno dovrebbe avere già maturato i requisiti entro il 31 dicembre 2020, tranne chi lavora nel comparto scuola o i lavoratori AFAM per cui questo termine è stabilito al 28 febbraio 2021.

Quando la misura sarà integrata permanentemente nel sistema pensionistico è molto probabile che queste scadenze si rinnoveranno di anno in anno automaticamente.

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