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Politica
Poletti: "Confermo le scuse ai giovani. E sui voucher interverremo"

Le dichiarazioni sui giovani che lasciano l'Italia sono state "un mio errore" per un "inciso sbagliato", un'espressione "molto lontana dal mio pensiero". Lo ha detto il ministro del Lavoro, Giuliano Poletti, intervenendo al Senato dove ha ritenuto di confermare le sue scuse. Quel giorno, ha ricordato Poletti, "ho avuto la possibilità di incontrare ripetutamente i rappresentanti della stampa che mi hanno anche chiesto una valutazione sul fenomeno della fuga dei cervelli, ovvero dei giovani che lasciano l'Italia per realizzare i loro obiettivi".

"Anche in ragione degli incontri svolti in quelle ore, dove avevo dialogato con tanti giovani che si stanno impegnando per realizzare le loro aspettative in questo paese riportando impressioni molto positive - ha proseguito il ministro - ho risposto in modo sbagliato a questa domanda contrapponendo lo sfrozo e l'impegno di questi ragazzi che restano con italia con quelli dei loro coetanei che scelgono un altro paese per costruire il loro futuro. Ho sostenuto che non è giusto affermare che quelli che lasciano il nostro paese sono i migliori e di conseguenza che quelli che restano hanno meno competenze e qualità degli altri".

"Ho aggiunto a questa opinione, che considero legittima e non offensiva - ha aggiunto Poletti - un inciso sbagliato e tale da ingenerare la convinzione di una mia insensibilità nei confronti di quei ragazzi che cercano una prospettiva lontano dall'Italia. Constatato il mio errore ho considerato mio dovere quello di scusarmi subito per quella espressione anche perché molto lontana dal mio pensiero, dalla mia storia personale e dal mio modo di agire. Scuse che confermo in questa aula parlamentare".

E il ministro si è espresso anche sui voucher: "In relazione alle prime evidenze registrate dal monitoraggio sui voucher il governo considera necessaria la revisione di questo strumento per riportarlo all'origine di una copertura dei lavori occasionali per portarli fuori dal lavoro nero". Per quanto riguarda i voucher, il Parlamento potrebbe modificare prima dell'eventuale referendum la normativa e così scongiurare o depotenziare il voto. Il presidente della Commissione Lavoro Cesare Damiano (secondo cui i quesiti sono legittimi) propone al governo di sostenere il disegno di legge di riforma del lavoro occasionale e accessorio firmato da 45 parlamentari del Pd che propone di tornare alla legge Biagi del 2003, per ridare ai voucher quel carattere di occasionalità e di lavoro accessorio che avevano in origine. Il ddl sarà in discussione in Commissione Lavoro proprio l'11 gennaio. Sulla responsabilità solidale negli appalti, Damiano sostiene che basterebbe ripristinare la normativa del governo Prodi, nel testo vigente dal 2007 al 2012.

La decisione dei 'giudici delle leggi' dovrebbe arrivare in tempi brevi, già nel pomeriggio di domani: la Corte affronta il 'nodo' referendum, così come avverrà per le questioni di legittimità sull'Italicum il 24 gennaio, a plenum incompleto, dopo le dimissioni, avvenute lo scorso novembre, del giudice Giuseppe Frigo. Quattordici, dunque, i giudici che esprimeranno il loro voto e, in caso di parità, risulterà decisivo quello del presidente Paolo Grossi, come prevede il regolamento.

Se la Corte darà il via libera ai referendum - o solo a uno di questi - la consultazione popolare avverrà in una domenica compresa tra il 15 aprile e il 15 giugno prossimi. Salvo elezioni anticipate, che, come constatato anche dal ministro del Lavoro Giuliano Poletti - il quale ha detto di non temere il voto e si è sempre dichiarato pronto a fare correzioni - porterebbero a sospendere i referendum per almeno un anno. Appena arriverà la decisione della Consulta, la segretaria generale della Cgil, Susanna Camusso, farà una conferenza stampa.

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